Il Comune di Cassine tra l’Episcopato di Acqui e il Marchesato del Monferrato

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Cassine è un comune in provincia di Alessandria nel basso corso del fiume Bormida che racchiude la sua storia in quella dell’Episcopato di Acqui e del Marchesato del Monferrato.

Curiosando nel suo territorio i monumenti che mi hanno decisamente colpita sono stati il Complesso di San Francesco e la Chiesa di Santa Caterina oltre a Palazzo Zoppi (XIV-XV sec.) ex casaforte poi trasformato in palazzo residenziale.

Il Complesso di San Francesco sorge su una piazza che in epoche remote ospitava un centro fortificato con un edificio religioso chiamato San Michele di Castro. Attualmente l’ex monastero è adibito ad uso scolastico mentre la chiesa mantiene la sua funzione religiosa grazie all’apporto di confraternite che ne svolgono anche una funzione di unificazione tra le varie parrocchie. La struttura del complesso di San Francesco era costituita dalla chiesa, dal convento e dal giardino con frutteti ed orto. Lo stile della chiesa di origine lombarda fa da complemento agli affreschi tardo-medievali ed agli arredi post gotici. Non si hanno documentazioni storiche negli archivi che testimoniano la data di fondazione come accade per altri monasteri sorti tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Le murature sono in mattoni e la facciata conserva un basamento in arenaria calcarea. L’annesso chiostro conserva parti trecentesche con strutture decorative nelle antiche finestre della sacrestia ed in una sala adibita a museo degli arredi della chiesa. L’interno è a tre navate a pianta rettangolare con pilastri sia in pietra che in mattoni. Frammenti di documenti storici rilevano come un convento esistesse già nel 1291 come si legge dal Wadding, uno dei maggiori storici francescani; ma non cita il nome per cui non si è certi che stesse parlando di San Francesco di Cassine. Sempre lo stesso storico pone il 1327 come data in cui i frati si sarebbero trasferiti tra le mura fortificate di Cassine in seguito ad una bolla pontificia di Giovanni XXII. Di particolare rilevanza sono gli affreschi trecenteschi sia della chiesa che della sala capitolare anche se spesso sono solo frammenti; nella ex sala capitolare si notano gli stemmi delle famiglie committenti e scene religiose con la Vergine con il Bambino e la Crocifissione di Cristo. Non mancano le storie dei Magi, l’adorazione del Bambino ed immagini di Santi come San Francesco, San Giacomo, Sant’Antonio abate, Santa Caterina e San Giorgio; infine affreschi raffiguranti profeti e motivi floreali. Nella chiesa troviamo un ciclo di affreschi in varie cappelle di straordinaria bellezza anche se l’intonaco staccato ne diminuisce il valore: scene dell’Annunciazione, di Santi, del Papa Gregorio, della Vergine con il Bambino. Spicca anche una lapide a Biagio Buzzi, un esponente si pensa, della famiglia committente gli affreschi.

La Chiesa di Santa Caterina è stata progettata nel 1776 dall’architetto Castelli, i lavori vengono termine nel 1790 giungendo alla definizione di un edificio in stile barocco con l’aggiunta di forme neoclassiche. È caratterizzata da muri in cotto a vista, la facciata slanciata ha un portone in stile classico con parti in mattone alternate ad altre in pietra. È ad una sola navata rettangolare con quattro cappelle con colonne a capitelli corinzi dedicate alla Vergine, a San Giuseppe, Sant’Antonio da Padova ed al Sacro Cuore. Tra le opere una pala de XVIII secolo con l’Assunta ed i Santi Caterina e Stefano. Di straordinario valore e pregio sono gli arredi lignei del XVIII secolo, una bussola in legno di noce posta all’ingresso ed una statua lignea della Vergine Addolorata di Anton Maria Maragliano, scultore genovese che visse tra il 1664 ed il 1741. Della seconda metà del cinquecento è un bellissimo altare in legno, proveniente da altra chiesetta, che custodisce in una nicchia la scultura dell’Addolorata del XVII secolo; rimanendo in tema ligneo da citare l’organo del XVIII secolo, uno degli ultimi rimasti di quell’epoca. Notevoli sono anche gli affreschi delle volte di inizio XX secolo dell’artista alessandrino Luigi Gambini.

Di particolare interesse è anche Palazzo Zoppi (XIV/XV secolo) oggetto nei secoli di numerosi restauri e ricostruzioni. Oggi si presenta come un palazzo residenziale che conserva ancora un torrione e parti delle mura che ne attestao un'antica funzione militare. Nel suo cortile all’interno di una cappella, sono presenti un dipinto con la Madonna con il Bambino del XIV secolo e frammenti architettonici romano-gotici. All’interno del palazzo invece possiamo ammirare affreschi del XV secolo con scene di caccia e di giochi. La struttura è incastonata all’interno del borgo di Cassine.

Dal 2014 il Comune di Cassine ricade in buffer zone (cd. zona tampone) e fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (UNESCO) iscritta come "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”.

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