I giardini Hanbury situati sul promontorio della Mortola vicino a Ventimiglia: un paradiso della natura

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Ventimiglia: la Mortola, villa Hanbury

I giardini Hanbury situati sul promontorio della Mortola, vicino a Ventimiglia e a pochi chilometri dal confine francese, rappresentano un vero paradiso della natura nel quale sono conservati alberi, piante ed arbusti di rara pregevolezza. La loro storia ha inizio nel 1867 quando Thomas Hanbury, affascinato dalla zona verdeggiante degradante sul mare, decide di acquistare la villa ed i terreni attraversati anche da un tratto dell’antica via Julia Augusta per progettare un giardino particolarmente climatizzato da consentire la sopravvivenza di piante esotiche provenienti da tutto il mondo. Sir Hanbury, commerciante di the in oriente, aiutato dal fratello Daniel, studioso di piante mediche, da esperti botanici e da giardinieri riuscì ad estendere la struttura su 18 ettari divisi una parte a zona coltivata ed una lasciata a vegetazione autoctona di macchia mediterranea. Fu soprannominato il “Mecenate della Mortola” poiché dovendo ristrutturare la vecchia villa dei Marchesi Orengo diede lavoro ad un alto numero di persone. Alla sua morte, nel 1907, le sue ceneri furono deposte in un Mausoleo all’interno del giardino e la sua eredità portata avanti dal figlio Cecil e alla nuora Dorothy, i quali decisero di proseguire nell’intento di sir Thomas proseguendo nel mantenimento e nel recupero delle strutture architettoniche. Lady Dorothy intervenne sia con lavori di restauro e messa in sicurezza della villa sia, aiutata dal padre architetto paesaggista, con rivisitazioni del giardino realizzando scorci panoramici, viali, vialetti, fontane. Durante la seconda guerra mondiale i giardini vennero confiscati ed affidati al Banco di San Paolo; la proprietà subì danni e saccheggiamenti. Al suo ritorno in villa, dopo la morte del marito, lady Dorothy nel 1945 tentò di ricostruire la tenuta ma l’opera risultò estremamente gravosa economicamente finché nel 1960 fu costretta a vendere la tenuta allo stato italiano che decise di affidare la gestione prima all’Istituto Studi Liguri di Bordighera e poi (fine degli anni ottanta del secolo scorso) all’Università degli Studi di Genova. Nel 2006 è stata presentata la candidatura ufficiale per essere inserita negli elenchi degli edifici riconosciuti come Patrimonio dell’Unesco; attualmente annovera al suo interno dieci mila specie di piante e fiori di origine soprattutto tropicale e subtropicale tra cui le agave, le aloe, gli eucalipti, le yucche, varie specie di cactus, di agrumi, un frutteto con banani, avocado…. Si possono anche ammirare rose, peonie e varie specie aromatiche o piante di origine australiana di rara bellezza.

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