Alle propaggini dell’Appennino ligure il borgo rurale di Montaldeo

Print Friendly, PDF & Email

Alle propaggini dell'Appennino ligure è situato il borgo rurale alessandrino di Montaldeo le cui prime notizie storiche risalgono al X secolo e ai fatti legati alla donazione all’Abbazia di San Marziano di Tortona.

Fu dominio dei Marchesi di Gavi fino a che nel 1224 il feudo non è stato distrutto dai genovesi per poi essere quasi subito ricostruito dalla città di Alessandria.

La sua posizione strategica tra l’appennino ligure e la pianura padana ha giustificato la realizzazione delle prime fortificazioni al feudo, delle quali purtroppo non è rimasta più alcuna testimonianza a causa delle distruzioni inferte dai genovesi.

Nei secoli che seguirono Montaldeo è diventato feudo del marchese del Monferrato e nel XV secolo è stato annesso al Ducato di Milano e concesso in feudo alla famiglia Trotti; nel XVI secolo la popolazione si è ribellata ai continui soprusi del feudatario Cristoforo Trotti giungendo all'uccisione dell'intera famiglia. Nel 1531 il paese è passato alla nobile famiglia genovese dei Doria, che ancora oggi porta il titolo di “marchesi di Montaldeo”. Nei secoli successivi il paese è stato teatro, come tutta la zona, di occupazioni straniere con saccheggi e devastazioni. Nel XVIII secolo è stato annesso al Regno di Sardegna dei Savoia.

Tra le bellezze architettoniche da segnalare c'è sicuramente il Castello: un'imponente struttura parallelepipeda alla quale si accede percorrendo un'antica via ciottolata in salita. Al primo piano del castello si trova il celebre salone degli stemmi dove è conservato un camino risalente al XVI secolo. La struttura risale al XIII secolo ed è stata realizzata sulle fondamenta del vecchio maniero distrutto dai genovesi poi riedificata nel XV secolo dalla famiglia Trotti e trasformata nel XVII secolo in residenza signorile. L'edificio è incluso nel circuito dei Castelli Aperti.

Siuramente degna di segnalazione è anche la Chiesa parrocchiale dedicata a San Martino di Tours del XX secolo sorta sulla fondamenta di una vecchia costruzione della quale non si ha documentazione. In stile neoclassico ad una sola navata, l’interno conserva la cappella di San Giuseppe con altare in marmo rosa del XVIII secolo voluto dalla famiglia Doria, l’altare maggiore conserva gli stemmi gentilizi della nobile famiglia genovese. Inoltre di pregio è un Crocifisso sempre del XVIII secolo usato durante le processioni, una statua in legno della Vergine del Rosario di epoca barocca e due tele raffiguranti l’assunzione della Vergine, San Martino e San Carlo.

Da segnalare anche l'antica Chiesa di San Michele risalente al XII secolo trasformata nel corso dei secoli, a navata unica ospita un altare con pala raffigurante l’arcangelo Michele che calpesta il demonio ed i santi Rita da Cascia ed Antonio. Ancora conservato un ciclo di affreschi risalenti al XV secolo raffiguranti una Madonna con il Bambino, San Lorenzo, un cavallo, Sant’Antonio abate e la Madonna in trono con il Bambinello.

Ai margini di Montaldeo si segnala l'Oratorio di San Gottardo (XX secolo) dalla classica conformazione campestre con portico in facciata e volta in laterizi oggetto di recenti restauri.

   

Montaldeo è uno dei 58 comuni facenti parte del GAL Borba. Clicca sul link arancione per scaricare le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *