L’alta Val Trebbia: una delle vallate più nascoste della Liguria

Print Friendly, PDF & Email

L’alta Val Trebbia, nell’entroterra genovese, oltre a rappresentare un palcoscenico di meravigliosi ambienti naturalistici e montani, testimonia il lavoro e la fatica dell’uomo. La Valle è dominata dal corso del fiume omonimo che nasce dal Monte Prelà a 1406 metri, il suo percorso è dominato da insenature, anse, laghetti tra ripide pareti rocciose che costituiscono l’Appennino; dopo aver varcato il confine con l’Emilia si getta nel Po’ a Piacenza. La val Trebbia è una delle zone più affascinanti del territorio genovese, paradiso di escursioni naturalistiche; silenziosa d’inverno ed animata d’estate con la particolarità di avere il comune più piccolo della provincia, Rondanina e quello più alto, Fascia a 1118 metri.  Sappiamo che questa terra era abitata già nell’età della pietra; in epoca romana i Liguri dominavano la vallata che non è mai stata conquistata sia per il timore di queste popolazioni che per l’asperità del territorio. Alcuni resti di zanne di elefante testimoniano addirittura il passaggio del cartaginese Annibale. Nel VII secolo il monaco irlandese Colombano scelse la località di Bobbio per la costruzione di un nuovo monastero; la presenza dei monaci diede impulso alla diffusione della cultura e di nuove tecniche agricole. Dal periodo medievale fino al XVIII secolo la valle è stata dominata da grandi famiglie nobili: dai marchesi Malaspina ai Fieschi dai Doria ai Centurione in un susseguirsi di congiure e successioni che avranno termine con l’avvento dell’Impero Napoleonico e la progressiva decadenza dei privilegi nobiliari. Durante il secondo conflitto mondiale queste terre selvagge e montuose divennero roccaforti partigiane per la conquista della libertà. La val Trebbia è dominata anche dalle vette dei monti Antola (1597 mt) e Carmo (1640 mt) dai quali la vista sugli Appennini non ha paragoni. Alture rocciose ed avvallamenti testimoniano come in epoca remota fosse presente un fronte ghiacciato permanente. Nel Comune di Fontanigorda è possibile godere del “Bosco delle Fate” un paradiso immerso nel verde dei castagni e protetto dalla vetta montuosa del Roccabruna (1418 mt). Uno dei comuni più antichi è Montebruno già feudo del marchese Malaspina nel 1164; di notevole importanza il ponte in pietra, gioiello architettonico voluto dai Doria e la Madonna di Montebruno, santuario del XV secolo sorto nel luogo dell’apparizione della Vergine ad un Pastore muto che riacquistò la parola. Sempre in questa località, nel convento agostiniano è ospitato il Museo dell’Arte contadina a valenza etnoantropologica. All’interno del territorio dell’Alta Val Trebbia rientra anche il lago e la diga del Brugneto, riserva idrica della città di Genova, con i suoi 13 Km e mezzo di perimetro costiero, rappresenta un percorso vario che si snoda nel bosco con punti di estrema pericolosità suggestiva. Questa vallata densa di storia conserva anche vecchie case in pietra locale caratterizzate dai tradizionali infissi in legno di castagno.

Per approfondimenti: www.altavaltrebbia.net

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *