Le case di villeggiatura di primo Novecento tra Liguria e Piemonte

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Le case di villeggiatura di primo Novecento tra Liguria e Piemonte

Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi l'idea di casa di villeggiatura assume un carattere forte di luogo di evasione fisica e spirituale immerso nella natura selvaggia lontano dalla caoticità dei centri abitati.

Tra i vari insediamenti di villeggiatura italiani di primo Novecento attira molto interesse quello sviluppatosi sull’appennino genovese. Si tratta della formazione di un sistema di ville unifamiliari con giardino non troppo distanti dalla città ma quanto basta per vivere la bellezza della natura e respirare l’aria fresca. Stiamo parlando di un territorio tra l’alta Val Polcevera e la Valle Scrivia fino a raggiungere la Valle Stura al confine con la provincia di Alessandria nel quale ad inizio secolo scorso si sviluppa un piano edilizio di ville e villette unifamiliari di proprietà della borghesia imprenditoriale e commerciale del capoluogo ligure.

A differenza degli schemi della città giardino di influsso germanico ed anglosassone e delle ville climatiche sui laghi o nelle stesse riviere liguri, questi insediamenti collinari nati ex novo rappresentano, secondo un modello di origine nordica, un perfetta integrazione tra le nuove costruzioni e l’ambiente naturale con le sue culture agricole e manifatturiere in un contesto di tranquillità e di visione della bellezza della natura.

Una delle caratteristiche peculiari di questi nuovi insediamenti riguarda l’estremo interesse al paesaggio con particolare studio dei terreni, delle culture locali e degli insediamenti preesistenti (cascine, fienili, cisterne, lavatoi, ponti, ecc…..) che è alla base delle nuove costruzioni di inizio novecento.

Le prime ville create erano protette da basse staccionate in legno con siepi a carpino, acero, biancospino e corniolo; inoltre la prima idea di verde non era quella di creare parchi o giardini classici ma di disegnare un tutt’uno con la campagna esistente pullulante di castagni, aceri, carpini piuttosto che di pioppi, pini, abeti, platani ed ippocastani. Molto spesso vengono inserite piante esotiche che ben si adattano a questi climi come l’acero platanoide, le sequoie ed altre conifere del nord America.

Ci troviamo di fronte quindi ad un tipo di giardino che ha come principale obiettivo quello di rispettare il passaggio agricolo esistente inglobando le costruzioni in un angolo di paradiso della natura.

Per quanto riguarda la struttura architettonica si tratta di costruzioni pratiche e confortevoli stile chalet svizzero; negli edifici più antichi prevale una tradizione ottocentesca con ingresso centrale e piccola scalinata d’accesso. L’esterno è caratterizzato dalla moda del trompe- l’oeil ossia un'architettura illusionistica dipinta che ridisegna contesti da sogno e magnifiche architetture. Alcune ville di stile liberty sono caratterizzate da un corpo stretto a due o tre piani con la presenza di torrette e tetti molto spioventi. L’esterno si presenta decorato con fregi in stile floreale o geometrico.

Un’attenzione particolare era dedicata all’attività sportiva con la presenza di campi da bocce, da tennis con annesse docce e spogliatoi seguendo la mentalità di vita sana immersa nella natura con l’esercizio fisico. Nel caso di ville borghesi si aveva la presenza di ghiacciaie scavate nella roccia per la conservazione dei cibi, grotte per il vino, sistemi di riscaldamento ad aria calda, pergolati, voliere.

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