Non sempre è ammissibile il “riuso”: il caso delle pianelle in cotto

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Mi è stata recentemente chiesta una consulenza in merito al possibile riuso di pianelle in cotto provenienti dalla copertura di un vecchio edificio da riutilizzare per la realizzazione della pavimentazione di un portico. Nello specifico il quesito chiedeva se esistono prodotti in grado di garantirne una migliore conservazione, la questione però è più problematica di quello che appare in quanto la vera domanda non è quale prodotto usare per garantire una migliore conservazione quanto piuttosto: “è ammissibile il riuso con cambio di destinazione d’uso”? 

Molte aziende che si occupano di materiali di recupero propongono il riuso per così dire “diffuso” che però spesso non è compatibile

L’uso delle pianelle in cotto (anche dette mezzane a seconda dell’area geografica di provenienza) nei solai e nelle coperture (sopra la struttura in legno) è piuttosto comune e spesso legato a tecniche costruttive locali. Soprattutto nei vecchi edifici è frequente trovare nelle coperture formelle rettangolari lasciate a vista tra l’orditura lignea del tetto. E più di una volta, in fase di rifacimento della copertura, i clienti mi hanno chiesto di toglierle per riutilizzarle altrove, ma è davvero conveniente farlo? 

Occorre anzitutto precisare che quando questo materiale è impiegato nelle coperture ha generalmente spessori minori (giustificati dalla necessità di ridurne il peso) rispetto a quando è impiegato come materiale da costruzione (nei pavimenti o rivestimenti); in alcuni cantieri di restauro mi è anche capitato di notare sulla pianella una leggera curvatura che rende l’elemento non completamente planare e pertanto inadeguato per essere posato a terra. 

A ciò si aggiunga che il ridotto spessore potrebbe risultare inadatto in presenza di carichi anche non eccessivi e pertanto un riuso nella pavimentazione potrebbe rivelarsi un grave errore. 

Non bisogna poi dimenticare che l’uso passato dei materiali non era casuale e spesso l’impiego che se ne faceva teneva conto delle proprietà intrinseche del manufatto distinguendo quello di prima scelta dalla seconda scelta. A tutta questa serie di ragioni si aggiungano quelle legate alla tipologia della struttura storica che venendo modificata perderà inevitabilmente il suo carattere originale divenendo qualcosa di diverso e probabilmente di minore valore storico.

 

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