Può l’abbandono di un terrazzamento causarne il degrado

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Molti dei terrazzamenti esistenti hanno subito negli anni un progressivo declino dovuto a diversi fattori come l’implementazione delle tecniche agricole di pianura, il costo della manodopera e soprattutto la mancanza di manutenzione. In taluni casi, il terrazzamento è sparito a causa del rapido degrado di intere pendici o di un processo graduale ed impietoso del paesaggio terrazzato.

Anche la mancanza di vincoli specifici ha consentito a molti privati di sostituire ai muri tradizionali realizzati con le tecniche più svariate. Molti agricoltori hanno cercato di ridurre i costi di manutenzione (dei muri di sostegno, delle strade e scale d'accesso, dei piani di coltivazione) introducendo materiali diversi tra cui, fatto abbastanza frequente, l’uso di leganti cementizi. Questa scelta è spesso la principale causa dei problemi statici che aggravano la stabilità della struttura a seguito di poco accorte riparazioni.  Purtroppo la natura stessa dei versanti fa sì che spesso il crollo di un muro si riveli, per il cosiddetto "effetto a cascata", l'evento scatenante di uno smottamento che coinvolge diversi terrazzamenti. L’abbandono di un territorio, infatti, il cui equilibrio idrogeologico è dovuto ad un’attenta manutenzione da parte dell’uomo non garantisce nessuna stabilità dei versanti e causa danni anche al fondovalle più produttivo.

I terrazzamenti costituiscono un bene storico, sono il documento del modo di vivere di un territorio ed espressione di un’identità locale e di un sapere costruttivo. Come i fabbricati rurali, quando rivestono un interesse storico od etnoantropologico sono riconosciuti dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio “testimonianze dell’economia rurale tradizionale” anche i terrazzamenti – di recente – sono stati riconosciuti come identità del sistema rurale e sono diventati oggetto di tutela da parte della legislazione nazionale.

 

Quali interventi è possibile eseguire?

consigliati INTERVENTI COMPATIBILI

  • ricostruire gli elementi eventualmente danneggiati con materiali e metodiche locali;
  • ricostruire e/o mantenere in buono stato i crotìn ossia i sistemi di affioramento attraverso la sistemazione del fondo in modo da garantire un livello minimo idrico di circa 20 cm (evitare la colmatazione effettuando periodiche pulizie del fondo);
  • per gli interventi di recupero o di ripristino dei versanti utilizzare le tecniche di ingegneria naturalistica;
  • effettuare decespugliamenti periodici e concimazioni di tipo organico;
  • utilizzare recinzioni e perimetrature in legno o in altro materiale ecologicamente compatibile;
  • predisporre e dislocare in punti differenti una cartellonistica adeguata contenente informazioni sulle specie presenti e prescrizioni (divieti di raccolta);
  • effettuare campagne di informazione, in collaborazione con le amministrazioni locali, sull’incompatibilità tra alcune pratiche colturali e la conservazione di questi habitat tanto preziosi quanto fragili.

consentiti INTERVENTI DA ATTUARE CON CAUTELA

  • utilizzare materiali estranei alla tradizione costruttiva e ai luoghi;
  • effettuare sfalci ed erpicature superficiali (solo ben conoscendo le fasi vegetative delle specie presenti in quei biotopi).

incompatibili INTERVENTI INCOMPATIBILI

  • ricorrere a tecniche o metodiche di ricostruzione invasive ed incompatibili con l’ambiente. In generale, al fine di mantenere e salvaguardare gli elementi tipici del paesaggio terrazzato è opportuno agire nel rispetto delle tradizioni e dell’ambiente.
  • effettuare concimazioni di tipo chimico;
  • utilizzare recinzioni in cemento o altro materiale non eco-compatibile.

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