Spigno Monferrato: uno dei centri storici più suggestivi dell’Alto Monferrato

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Spigno Monferrato di impronta medievale posto sul fondo valle di colline alla confluenza del torrente Valla e la Bormida di Spigno è uno dei centri storici più suggestivi dell'Alto Monferrato.

La zona più antica è posta su un piccolo promontorio di grande importanza poiché luogo di controllo della vallata attraverso il nodo della via Aemilia Scauri, collegamento commerciale e religioso dell’epoca d'età romana. Spigno fu feudo della famiglia Del Carretto e nel XVI secolo degli Asinari; di importanza storica è il ponte medievale di San Rocco costituito da cinque arcate a schiena d'asino con pavimentazione a ciottoli. Il ponte collegava l'Abbazia di San Quintino alla via Aemilia ed è simille a quello di Monastero Bormida. Al centro del ponte sono collocate due cappelle in origine utilizzate per il pagamento del dazio, in seguito una delle due è stata dedicata a San Rocco.

Dell'antico castello di Spigno, distrutto dagli spagnoli nel XVII secolo, non restano che i ruderi ancora visibili dal cimitero.                                                                                                            

Fulcro religioso è l’abbazia di San Quintino fondata il 4 maggio del 991 dal figlio del marchese Aleramo, Anselmo con atto firmato presso il Castello di Visone, e rappresenta il faro della cultura, della civiltà e dell’economia per tutto il medioevo. Era sorta per contrastare le distruzioni saracene e come luogo di protezione e rifugio dei viandanti sulla strada che collegava Savona ad Acqui. Protetta dalla famiglia del Carretto, l’Abbazia godette di ampia autonomia nell’amministrazione del patrimonio; nel 1500 una bolla del Papa Alessandro VI la trasformò in mensa vescovile di Savona, comandata dal cardinale Giuliano della Rovere, dopo l’abbandono dei monaci benedettini di qualche anno precedente. Durante l’epoca napoleonica venne parzialmente distrutta, con il congresso di Vienna del 1815 i suoi resti vennero riconsegnati al legittimo proprietario finché nel XIX secolo passò al demanio che la vendette con un’asta.  Attualmente la struttura è di proprietà privata: si possono ancora ammirare lo stile longobardo della costruzione e nel sottotetto parti di un “Giudizio Universale” ed altri affreschi dell’XI secolo. La facciata a capanna a due spioventi conserva un piccolo campanile sulla sommità ed il portale murato, l'interno a tre navate con volte a crociera conserva tracce di affreschi risalenti all'XI secolo. Ancora conservata una parte della cripta.

Per approfondimenti sui borghi del Monferrato si consiglia la lettura del recente volume di Adriana Maria Soldini "35 Borghi imperdibili del Monferrato", Edizioni del Capricorno.

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