Villa Centurione, Musso Piantelli a Genova: un connubio di arte e storia

Print Friendly, PDF & Email

La Villa Centurione, Musso, Piantelli fu costruita nella seconda metà del XVI secolo dalla famiglia Centurione, in un’area agricola della Valbisagno che viene descritta come “caratteristica da bellissimi orti e frutteti coltivati con molta diligenza per questo motivo producono specie di erbe e varietà di frutti in grandissima abbondanza”.

Il piano edificatore della zona nel XVIII secolo evidenzia come l’originaria grandezza della struttura si sia sensibilmente ridotta infatti il parco di pertinenza della villa giungeva fino al torrente Bisagno. Come si legge dagli archivi storici ancora nel 1875 la villa possedeva un ampio giardino con aiuole e viali che si estendevano fino al torrente. All’interno erano custoditi affreschi, ancora oggi conservati sulla scala raffiguranti il Ratto di Proserpina e le Storie di  Amore e Psiche con sggestive immagini della Val Bisagno e del giardino della residenza. Quest'ultimo era un tipico giardino all’italiana con aiuole squadrate geometricamente e al centro fontane, ognuna di esse divise da viali a pergolato che giungevano fino al greto del torrente.                              

Dal punto di vista architettonico la villa è a pianta rettangolare con logge simmetriche aperte al piano nobile e malgrado nei secoli abbia subito rimaneggiamenti, mantiene ancora intatti elementi cinquecenteschi come i bassorilievi raffiguranti i tritoni e due draghi posti a custodia dell’ingresso. La villa mantiene una singolare importanza per il ciclo di affreschi in cui predominano temi sacri e biblici ma anche soggetti di ispirazione letteraria come le Metamorfosi di Ovidio e l’Eneide di Virgilio.

Di particolare rilevanza la serie di figure allegoriche raffiguranti le virtù, i segni zodiacali, cultura molto viva del tempo e figure in cui spicca la chiave morale del committente, legato ad una famiglia che ha spesso ricoperto alte cariche all’interno dell’amministrazione genovese. Agli affreschi si devono aggiungere sfondi paesaggistici, vedute marine, immagini della città con una particolare attenzione per la natura e per le varie ambientazioni.

Gli affreschi del filone del libro dell’Eneide sono di Bernardo Castello, pittore genovese del XVI secolo ed hanno una particolare importanza poiché creano decorazioni semplici e chiare delle scene che ornano gli spazi molto simili a quelle del Cambiaso all’interno di Villa Imperiale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *