Tra Monferrato e Langhe il paesino di Monastero Bormida in provincia di Asti

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Il Comune di Monastero Bormida

Continua la raccolta di articoli realizzati per presentare i 58 comuni facenti parte del GAL Borba. In questo articolo parliamo di Monastero Bormida  in provincia di Asti. Clicca sul link arancione per scaricare le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba.

In provincia di Asti tra Monferrato e Langhe troviamo il caratteristico paesino di Monastero Bormida riconoscibile attraverso il suo bellissimo castello, il ponte romanico e i suoi suggestivi vicoli.

Monastero Bormida fu fondato attorno al 1050 dai monaci dell’Abbazia di Fruttuaria chiamati dal marchese Aleramo a ridare vita ai campi precedentemente coltivati, ma poi devastati dai barbari saraceni.

Il castello originariamente era un monastero, nato sulle fondamenta di un precedente monastero longobardo dedicato a San Giulia, patrona della città, del quale rimangono soltanto la torre campanaria ed alcuni resti delle mura.

L'era feudale di Monastero ha inizio sotto la famiglia del Carretto e nel XV secolo sotto i della Rovere per volere del Papa Sisto IV. Nel XVII secolo il feudo passò ai Gonzaga di Mantova i quali mantennero tutte le immunità ed i diritti che la popolazione aveva ereditato da secolo; il duca Ferdinando Gonzaga ebbe il merito di fare procedere per due volte la settimana l’usanza del mercato che testimoniò l’importanza del commercio nel paese. Successivamente prima Carlo Emanuele di Savoia e poi il duca Vittorio Amedeo devastarono Monastero durante la guerra con gli spagnoli, come testimoniato dallo storico Goffredo Casalis che racconta minuziosamente gli scontri avvenuti.

Nella seconda metà del XIX secolo i Savoia concessero il borgo alla famiglia della Rovere e nello stesso tempo il castello venne acquisito dalla famiglia genovese Polleri la quale a sua volta lo vendette al comune di Genova; attualmente il castello è sede del comune di Monastero Bormida. Tra i monumenti più emblematici del paese non si può non partire dal già citato castello sorto in epoca medievale, i primi restauri da documentazioni storiche avvennero alla fine del XIV secolo ad opera della famiglia del Carretto; nei secoli successivi in epoca rinascimentale e barocca ulteriori lavori misero in sicurezza la struttura nella quale predominano tutt’ora le linee trecentesche dei del Carretto.

All’interno si possono ammirare numerose stanze con pavimentazione a mosaico e soffitti con volte a vela e a crociera affrescati a temi geometrici, figure mitologiche e femminili e motivi floreali; tra gli affreschi più antichi del settecento quello simboleggiante le stagioni (quasi sbiadito) ed il ratto di Ganimede. I sotterranei conservano spunti di varie epoche architettoniche tra i quali i pavimenti ed i soffitti a volte a crociera del XIV secolo. Di particolare rilevanza la torre campanaria, parte originaria dell’antica abbazia benedettina, la quale nel XVIII secolo rischiò di essere demolita perché versava in pessime condizioni, fortunatamente lavori di restauro e messa in sicurezza la portarono a rimanere salda nella sua posizione. Alta circa 27 metri è caratterizzata da fregi ed archetti pensili sia in mattoni che in pietra; inoltre sono presenti finestre con archetti a tutto sesto.

        

Da ammirare il ponte romanico sulla Bormida con una possente struttura a schiena d’asino, sulla quale si appoggiano alcune cappelle che in origine furono luoghi di guardia dei monaci nel passaggio commerciale e mercantile della zona tra le Langhe ed il mare. Qua si snodarono varie importanti strade tra le quali la via Aemilia Scauri da Acqui verso il mare e quella militare verso Roccaverano per il controllo della val Bormida attraverso varie torri difensive. Varie alluvioni descritte dagli storici tra cui quella recente del 1994 minacciarono il ponte seriamente ma la struttura che i monaci costruirono troneggia sempre salda ed imponente. Dal punto di vista religioso di risalto è la Chiesa parrocchiale dedicata a San Giulia risalente al XVIII secolo che ha subito negli anni rimaneggiamenti delle navate laterali e della facciata. L’interno conserva gli affreschi di Pietro Ivaldi detto il Muto raffiguranti i quattro Evangelisti, il Mistero dell’Eucarestia, ed alcuni Santi; di epoca più antica (XVII secolo) sono invece i quadri della Madonna del Rosario, San Gerolamo e San Carlo attribuita al Moncalvo, il martirio di San Sebastiano, le anime del Purgatorio ed una statua della Madonna del Rosario. Di notevole pregio un quadro dietro l’altare maggiore dedicato all’Assunta con San Giulia e San Pietro ed una riproduzione in tela di gesso della grotta di Lourdes.

Su questo territorio si segnala anche la presenza di altri edifici minori di particolare interesse, come la chiesa pievana di San Desiderio in stile barocco sorta sulle fondamenta di un antichissimo edificio; la chiesetta della Madonna dell’Assunta che in origine era il luogo di arrivo del cammino della Via Crucis costituito da varie cappelle lungo la strada.

Ciò che più stupisce di Monastero è il suo centro storico ben conservato che consente scorci su abitazioni in pietra, portoni in legno, portali tardo medievali, tratti delle mura benedettine e resti del canale che alimentava il mulino della casa natale di Augusto Monti, scrittore e politico italiano del XIX/XX secolo, celebre per i suoi saggi sulla pedagogia e la riforma della scuola.

        

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