Le meravigliose Grotte di Catullo e il museo archeologico di Sirmione

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Sirmione è un comune del bresciano il cui centro storico sorge su una penisola a sud del lago di Garda, in una posizione panoramica meravigliosa con vista sulla villa romana delle “Grotte di Catullo”. Questo termine venne coniato nel XV secolo poiché le antiche strutture crollate in parte erano coperte da una fitta vegetazione e per entrarvi si passava attraverso questi meandri che parevano cavità naturali.

Il riferimento a Catullo, poeta latino, ricorda la descrizione che fa di Sirmione che descrive come “un gioiello tra tutte le isole e le penisole dei mari e dei laghi”.

I primi scavi archeologici nel territorio risalgono alla metà del XIX secolo ad opera del conte Giovanni Orti Manara e sono testimonianza di informazioni sulle condizioni della villa in quel periodo. Successivi studi in epoche più recenti hanno permesso di risalire alle origini di questa sontuosa villa romana, costruita in età augustea si pensa tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C..

L’area e la struttura giunte ai giorni nostri coprono uno spazio di circa due ettari e la villa ha una pianta rettangolare con “due avancorpi sui lati brevi”.

È caratterizzata da tre piani, quello inferiore è il risultato di sbancamenti del sottosuolo roccioso sostenuti da strutture di sostegno in parte a vista; inoltre rilievi archeologici hanno dato corpo al fatto che la villa fu costruita sulle fondamenta di un edificio antecedente abbandonato come risulta da resti databili tra il II e il I secolo a.C.

All’interno dell’area attraverso un lungo corridoio sotterraneo si possono scoprire i resti del criptoportico, un portico nascosto derivante dagli scavi del banco roccioso sottostante; si sono conservati archi sia in mattoni che in pietra calcarea che avevano la funzione di sostenere delle volte a botte che sorreggevano la sovrastante passeggiata porticata.

Accanto al criptoportico si sviluppa un ampio impianto termale costruito tra il I ed il II secolo d.C. durante lavori di ristrutturazione; la costruzione è caratterizzata da un vano piscina provvisto di ipocausto, con pavimento sorretto da pilastrini in cotto, comunicante con intercapedini attorno alle pareti della vasca. L’aria calda era prodotta da una caldaia e circolava attorno al vano piscina e sotto al pavimento rendendo l’acqua calda.

Esisteva inoltre un passaggio in leggera discesa chiamato “criptoportico degli stucchi” scavato nella roccia che serviva a trasportare la legna o il carbone di legna verso la caldaia.

Gli scavi effettuati nell’Ottocento portarono alla luce frammenti di stucchi decorati a rilievo con soggetti del mondo vegetale e varie figure.

Le ricerche archeologiche hanno messo in luce la presenza di muri perimetrali che potevano rappresentare l’ingresso della villa, successivamente ecco l’atrium dal quale si irradiavano i vani ambienti con pavimenti a mosaico bianco e nero tra i quali il più vasto era il triclinium ovvero la sala dei banchetti.

Era presente anche una enorme cisterna lunga 47 metri interrata e ricoperta da una pavimentazione in mattoncini rettangolari a lisca di pesce che divideva i vani della villa dal grande peristilio un cortile con portici del quale non rimangono tracce, oggi si sviluppa il “grande Uliveto”.

In questo immenso giardino in origine erano con ogni probabilità presenti statue, fontane ed altre sculture come si evince dall’unica presenza rimasta in loco, una preziosa testa di marmo di Dioscuro.

Proseguendo verso la punta panoramica con una vista meravigliosa del lago, dove con tutta probabilità erano situate le stanze di rappresentanza più suggestive le quali si affacciavano sulla terrazza della quale rimangono parti della pavimentazione crollate già in epoca antica nel vano sottostante “l’aula dei giganti” con ambienti di servizio ( tra questi “la grotta del cavallo “ con volta a botte), sono conservati resti di intonaci e le “botteghe” strutture di sostegno aperte verso l’esterno.

Accanto all’aula dei giganti sono conservati resti degli imponenti archi di sostegno che avevano un’altezza di 12 metri, si raggiungevano attraverso un lungo corridoio dal quale si articolavano le varie stanze da letto (cubicula).

Infine molto singolare era il “grande pilone” elemento fondamentale della muraglia difensiva in pietra di epoca tardo imperiale risalente tra il IV ed il V secolo d.C.

All’interno del sito archeologico dal 1999 è presente il Museo di Sirmione che conserva oggetti risalenti al periodo delle palafitte fino all’età romana; materiali provenienti soprattutto dalle grotte di Catullo tra cui frammenti di affreschi all’interno dei vari ambienti. Inoltre sono presenti stucchi, basi, colonne e capitelli assieme a quadretti di paesaggi, figure, candelabri vegetali e motivi fantasiosi che arricchivano le pareti.

Da osservare vari reperti degli antichi insediamenti del territorio del lago di Garda come per esempio il corredo di una tomba e materiali di altre ville romane. Infine di notevole valore sono gli elementi architettonici di epoca longobarda conservati all’interno del museo tra cui i resti del monastero sirmionese di San Salvatore, corredi funerari e resti della necropoli del Colle di Cortine.

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