Orsara Bormida tra il fiume Bormida e le vette dell’Appennino ligure

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La possibilità di scaricare su questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba, ha motivato la scelta di presentare, anche con pochi cenni storici, i 58 comuni facenti parte di questo territorio. In questo articolo parliamo di ORSARA BORMIDA in provincia di Alessandria.

Il Comune di Orsara Bormida è collocato sulla riva destra del fiume Bormida dominato dalle vette dell’Appennino ligure. Si tratta di un piccolo centro urbano a prevalente vocazione vitivinicola legata alla produzione del Dolcetto, del Barbera e del Cortese. Territorio dei Liguri Statielli in passato era popolato dagli orsi (deriva da qui il suo toponimo) che vivevano nelle svariate grotte diffuse sul territorio. Si pensa che il paese sia sorto dopo la costruzione della Via Aemilia, la prima documentazione storica risale al 1155 quando Papa Adriano IV conferma il possesso dei territori di Orsara e Rivalta da parte dell’amministrazione di Acqui. Nei secoli il territorio passa dalla famiglia Aleramica ai Marchesi del Bosco fino ai Malaspina; nel XVI secolo troviamo i Gonzaga fino al 1707 con l’assegnazione a Vittorio Amedeo di Savoia.

Tra le attrazioni artistiche della località troviamo il Palazzo comunale nel quale dal 1996 ha sede il Museo Etnografico dell’Agricoltura che custodisce oggetti antichi usati dai contadini. La Cappella di San Sebastiano della quale si hanno scarse notizie storiche se non quella che raccontano che fu costruita come ex voto durante la peste del XVII secolo.

Da ammirare la Parrocchiale di San Martino ad una sola navata risalente al XVII secolo, restaurata durante i secoli ed ampliata con la costruzione della sacrestia, della Cappella del Santo Suffragio; all’interno troviamo la Cappella dell’Addolorata con una volta a crociera e un bellissimo dipinto raffigurante un Santo opera dell’artista Pietro Maria Ivaldi detto Il muto (famoso anche per gli affreschi all’interno del Duomo di Acqui).

Unito al circuito  dei "Castelli aperti “ il maniero di Orsara risale al XIII secolo, e fu ampliato tra il XV e il XVII secolo, per diventare in epoca moderna una dimora privata. In origine era presente una sola torre datata IX secolo a pianta quadrata che aveva lo scopo di avvistamento dei nemici; successivamente a questa sono state aggiunte altre due torri di vedetta. All’interno di notevole pregio sono i pavimenti in maiolica ed un biliardo del XVIII secolo. Dal 1951 è di proprietà della famiglia genovese dei Remondini. Unito al castello è l’Oratorio della Santissima Annunziata ad una sola navata; all’interno possiede affreschi del XVII secolo e degli pseudo loculi in pietra utilizzati fino ad inizio XIX secolo per la sepoltura dei defunti.

Infine una importante citazione storica merita il Santuario dell’Uvallare (ara dell’uva) la cui edificazione è molto incerta anche se presumibilmente possiamo farla risalire al XV secolo; al suo interno si possono ammirare moltissimi ex voto di miracoli ricevuti. Una leggenda che si tramanda dal XV secolo narra di un uomo che andava nelle case a vendere immagini sacre e quadri da lui dipinti in cambio di cibo. Giunto nel luogo dove oggi ha sede il santuario, si fermò a riposare ed al suo risveglio notò con stupore che il quadro della Madonna con il Bambino e Sant’Anna si era spostato accanto ad un cespuglio di biancospino e se cercava di afferrarlo il quadro si muoveva e ritornava al suo posto. Terrorizzato raccontò l’accaduto alla popolazione che, dopo aver constatato il fatto come veritiero, decise di costruire in quel luogo prima una edicola e successivamente una chiesa a protezione del quadro.

2 pensieri riguardo “Orsara Bormida tra il fiume Bormida e le vette dell’Appennino ligure

  • 8 Febbraio 2023 in 7:32 PM
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    Muy interesante reseña del pueblo de mis bisabuelos Maddalena Orsi y Dioniggi Rapetti que vinieron a Argentina en 1908!
    Ansiosa por conocer la tierra de mis ancestros
    Adriana Messetta

    Rispondi
    • 8 Febbraio 2023 in 7:45 PM
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      Grazie Adriana siamo felici che tu ci segua da così lontano. Cercheremo di fare altri articoli sul paese dei tuoi nonni.

      Rispondi

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