Tornano i colori storici sul campanile della Chiesa della Madonna di Oviglio

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La campagna stratigrafica condotta sugli intonaci del campanile della piccola Chiesa della Madonna di Oviglio ha fornito interessanti elementi circa le coloriture storiche che caratterizzavano in passato questo manufatto. L’intervento è stato affidato alla Gazzana Restauri Srl di Acqui Terme e al restauratore di beni culturali Domenico Gazzana.

Come emerge dalle fonti documentali consultate il campanile è stato oggetto in passato di due importanti interventi: il primo di sopraelevazione risalente al 1883 su iniziativa del Priore Pietro Piccotti e il secondo di recupero e revisione cromatica risalente al 1993 promosso dall’Arciprete Don Francesco Gandini.

Entrambi questi interventi sono stati commemorati con la posa di due lapidi con iscrizione, collocate in sommità: quella più antica datata 1883 è stata realizzata direttamente sul posto con materiali a base di calce mentre quella più recente datata 1993 è stata realizzata con uno stampo in cemento ed successivamente ancorata con staffe alla parete.

L’indagine stratigrafica ha richiesto un’analisi visiva accurata per individuare le parti più ricche di stratificazioni e meno interessate dagli ultimi rimaneggiamenti: sono stati realizzati numerosi microtasselli mediante azione meccanica a bisturi o con ablatore ad ultrasuoni sia in corrispondenza delle pareti che sugli elementi a rilievo.

La campagna effettuata ha consentito di appurare l’esistenza di due strati di intonaco: uno più antico a base di calce e un secondo più recente e presente solo in corrispondenza delle risarciture, realizzato con una malta bastarda (calce e cemento) durante gli ultimi interventi manutentivi.

Durante l’intervento del 1993 oltre alle citate rappezzature è stata anche attuata la revisione cromatica di campanile e facciata con una tinta polimerica grigio-chiara che fino ad oggi ha contraddistinto l’immagine complessiva del manufatto.

Gli esiti dell’indagine condotta hanno accertato come in origine il campanile fosse colorato con una tinta beige giallino impiegata indistintamente sui fondi e sugli aggetti, tinta che durante la campagna stratigrafica è riemersa più volte e che in accordo con gli enti di tutela si è deciso di riproporre al fine di riconsegnare al campanile i suoi colori storici.

Il passo successivo sarà quello di estendere la campagna anche alla facciata per rintracciare anche in questo caso le stratigrafie degli intonaci e delle coloriture e giungere finalmente al recupero globale del piccolo edificio religioso.


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