Colline astigiane: paesaggi colorati e flora spontanea

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Colline astigiane: paesaggi colorati e flora spontanea

Il paesaggio delle colline astigiane è caratterizzato da un costante alternarsi di zone densamente boschive ad altre dove predomina una ordinata sequenza di filari di vigneti, il tutto incorniciato dalla corona montuosa delle Alpi. Le diversificazioni della flora nelle colline astigiane sono dovute a svariati fattori che influenzano la migliore adattabilità di una specie in un particolare ambiente naturalistico.

Tra i principali fattori i vari dislivelli, le differenze altimetriche e le specifiche morfologie collinari.

Non va, inoltre, sottovalutata  la composizione del terreno caratterizzata da diversi valori del ph, dalla presenza di sostanze organiche, dalla pietrosità, dai cambiamenti termici e pluviometrici e dal drenaggio.

Un tema particolare da discutere in ambito naturalistico, storico ed artistico sta nel fatto che alcune specie rare o sporadiche nel territorio hanno invece un habitat perfetto in aree boschive nei pressi di chiese e cappelle campestri, di pozzi, di cisterne, di antichi cascinali oppure nelle adiacenze di vecchi muretti a secco e di resti di antichi mulini.

Questo incrocio tra flora spontanea e zone di interesse storico artistico si spiega probabilmente dal fatto che spesse volte questi terreni ubicati nelle vicinanze di strutture architettoniche, malgrado siano invasi da rovi o altre erbe, mantengono dei valori costanti per la sopravvivenza di queste specie autoctone.

A proposito di questa evoluzione tra specie di interesse naturalistico e territori che ospitano strutture artistiche ed architettoniche mi piace citare il prof.Franco Correggia, consulente scientifico della relazione dalla quale ho preso spunto  per l’analisi delle specie autoctone su territorio astigiano.

Il territorio adiacente la millenaria abbazia di Santa Maria di Vezzolano che rappresenta uno dei più significativi edifici religiosi medievali del Piemonte si trova alla base di un colle in un particolare angolo di campagna che consente di mantenere intatte presenze di specie interessanti tra le quali:

  • un esempio di campanula di origine mediterranea montana che ha come habitat abituale scarpate argillose o pendii sabbiosi calcarei, si tratta di una specie piuttosto rara in Piemonte
  • una particolare leguminosa con rami legnosi e foglie verdi argentate
  • specie della famiglia delle composite di origine montana ma in questo caso posta in una zona di bassa quota in luogo arido nei pressi di un boschetto in cui predominano le roverelle
  • in un settore di terreno arido di tipo calanchivo si possono ammirare le ginestre allo stato spontaneo

Il territorio adiacente la chiesa di Santa Maria di Raseto (frazione di Mondonio di Castelnuovo Don Bosco) cappella romanica posta su un’altura isolata del XII secolo nella quale si ammirano erbe spontanee tra le quali:

  • una cariofillacea con particolari fiori a calice con petali rosa tenue.
  • una papaveracea eurasiatica molto rara nelle colline astigiane
  • una liliacea originaria eurasiatica dai climi temperati
  • una rara orchidea dal fusto snello, l’infiorescenza a spiga e fiori bianchi.

Altro luogo di importanza floristica è quello ubicato in prossimità della chiesa di Santa Maria di Cornareto a Castelnuovo Don Bosco, una chiesa campestre del XIII secolo caratterizzata da mura esterne in pietra e mattoni. Qui troviamo una vegetazione erbacea naturale con svariate specie della famiglia delle cariofillacea, delle crassulacee, delle leguminose, delle ombrellifere e delle graminacee; inoltre menzione a parte merita una composita annuale costituita da fusto eretto, foglie lineari e fiori violetti all’interno di un involucro a squame.

Un ambiente dove si armonizza l’unione tra la bellezza dell’arte e la bellezza naturalistica è quello adiacente alla chiesetta campestre di Berzano San Pietro caratterizzato da un bosco termofilo in cui vivono roverelle, carpini, ciliegi e aceri campestri. Incontriamo anche specie di lantane, ginestre, cariofillacee, leguminose, linacee, composite ed in particolare molto preziose centinaia di esemplari di orchidee.

Concludo questa rapida carrellata, per non tediare troppo i lettori, con la zona nei pressi della chiesa della Madonna della Neve di Castell’Alfero, struttura isolata ma di pregevole stile architettonico risalente al XII secolo con una pregevole abside con tessitura muraria a “scacchi” ed campanile in pietra arenaria e laterizio. Qui dal punto di vista floristico troviamo una vegetazione spontanea di rubiacee, boraginacee, liliacee e graminacee.


 

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