“Investiamo nelle donne”: prorogati al 2017 i prestiti agevolati a professioniste, autonome e imprese femminili

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Fino al 2017 lavoratrici autonome, libere professioniste e imprese femminili possono utilizzare le agevolazioni per l’accesso al credito previste dal Protocollo ABI per la crescita delle imprese a prevalente partecipazione femminile, scaduto il 31 dicembre 2015 ma prorogato a dicembre 2017.

prestiti agevolati sono erogati dalle banche aderenti all’accordo. Ogni istituto mette a disposizione delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome uno specifico plafond finanziario, destinato alla concessione di finanziamenti, a condizioni competitive, ai base ai programmi.


“Investiamo nelle donne”: nuovi investimenti, materiali o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa o della libera professione;

“Donne in start-up”: costituzione di nuove imprese a prevalente partecipazione femminile o avvio della libera professione;

“Donne in ripresa”: ripresa di PMI e autonome che, per la crisi, attraversano una momentanea situazione di difficoltà.

Il finanziamento è garantito della Sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile, o dalle eventuali garanzie pubbliche o private che le banche riterranno utile acquisire. La sospensione rate (rimborso del capitale) può avvenire una sola volta e per un massimo di 12 mesi, in una serie di specifici casi: maternità, grave malattia dell’imprenditrice o lavoratrice autonoma ovvero del suo coniuge, convivente o figli anche adottivi, malattia invalidante di un genitore o parente o affine entro il terzo grado convivente con l’imprenditrice o lavoratrice autonoma.

Ecco l’elenco di alcune delle principali banche aderenti, con plafond a disposizione:

1) Gruppo Intesa San Paolo, 600 milioni di euro

2) Gruppo Banca Popolare di Milano, 300 milioni di euro

3) Gruppo UBI Banca, 300 milioni di euro

4) Banca Popolare, 100 milioni di euro

5) Banca delle Marche, 20 mln di euro

6) Cassa di Risparmio Parma e Piacenza, 15 mln di euro

7) Banca Popolare dell’Emilia Romagna, 15 mln di euro

8) Banca Carim, 10 mln di euro

9) BCC di Avetrana, 10 milioni di euro

10) Unipol Banca, 10 milioni di euro

11) Credito Valtellinese, 10 milioni di euro

12) Banca Popolare Friuladria, 8 milioni di euro

13) Cassa di Risparmio di San Miniato, 5 milioni di euro

14) Banca di Piacenza, 5 milioni di euro

15) Banca Malatestiana, 5 milioni di euro

16) Cassa di Rispamio della Spezia, 5 milioni di euro

17) Cassa di Rispamio di Cesena, 5 milioni di euro

18) Banca di Credito Popolare, 5 milioni di euro

19) Credito Cooperativo Ravvennate e Imolese, 5 milioni di euro

20) Banca Popolare di Bari, 5 milioni di euro

 

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