L’edilizia rurale del G.A.L. Borba. Al via la revisione del manuale architettonico e naturalistico

L’edilizia rurale del G.A.L. Borba. Al via la revisione del manuale architettonico e naturalistico

Sarà realizzata a breve la revisione ed integrazione del manuale dell'edilizia rurale e del paesaggio del territorio del Gal Borba, nell'attuale configurazione estesa a comprendere i nuovi ambiti territoriali delle Alte Langhe e del Monferrato astigiano. Con la nuova programmazione 2014-2020 infatti l’area di competenza del G.A.L. Borba Scarl “Le Valli Aleramiche dell’Alto Monferrato” è stata allargata con parziale ridefinizione dei confini a seguito del frazionamento amministrativo intervenuto sul territorio dopo lo smembramento delle Comunità montane.

Questo nuovo territorio è venuto così a comprendere 58 comuni, un vasto territorio, a confine con la Liguria, nel quale le tipologie insediative hanno caratteristiche specifiche per aree di appartenenza con elementi comuni individuabili in molti centri storici: come la presenza di castelli o ruderi di manieri, di torri di altura, di avvistamento e campanarie, di belvedere e percorsi panoramici e più in generale di spazi pubblici. Il 22 giugno 2014 il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ha iscritto il sito “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, dodici comuni del Gal Borba sono entrati a far parte di questo sito come comuni in zona tampone, cosiddetta buffer zone (Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Cassinasco, Castel Boglione, Castel Rocchero, Montabone, Ricaldone, Rocchetta Palafea, Terzo e Strevi). Per questi comuni occorrerà coerenza con gli obiettivi strategici delineati nell’ambito del Sito Unesco “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte” tesi alla “qualificazione architettonica dei centri storici e dei borghi rurali, al fine di incrementare l’attrattività dei territori e sviluppare il turismo rurale ed enogastronomico”.

Il nuovo manuale ridefinirà ancora una volta le linee guida per il recupero dell'architettura rurale e paesaggistica di questo territorio, il nuovo strumento dovrà essere adottato dai comuni (come strumento di piano allegato al Regolamento edilizio) per potere beneficiare dei fondi del Gal a favore del recupero dapprima di beni pubblici e in seguito anche di beni privati. L'auspicio è che l'interesse per il recupero e la salvaguardia di questi territori non sia finalizzata unicamente al reperimento di fondi economici ma sia una strategia di intenti che unisce i comuni nell'obbiettivo comune di "rispettare le identità del territorio" importanti sia a livello architettonico che paesaggistico.

La procedura negoziata di affidamento del lavoro di revisione/integrazione dei due manuali è stata vinta dal gruppo di lavoro formato dagli architetti Antonella B. Caldini (capogruppo), Daniela Bosia, Roberto Marchiano, Lorenzo Savio, Daniele Mandarino e dall'agronomo Carlo Bidone

 

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