Lungo la Via Aemilia Scauri il borgo di origini romane di Strevi

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La possibilità di scaricare su questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba, ha motivato la scelta di presentare, anche con pochi cenni storici, i 58 comuni facenti parte di questo territorio. In questo articolo parliamo di STREVI in provincia di Alessandria.

Pare che il primo borgo rurale di Strevi risalga all'epoca romana con il toponimo di Septem-viri riferito ad un importante collegio sacerdotale romano, situato nella zona pianeggiante della Levata e in seguito nella parte bassa di Strevi (o borgo inferiore) lungo la via Aemilia Scauri. 

In località Alvaretta lungo la strada che unisce Strevi a Cassine è ancora possibile vedere, benchè allo stato ruderale, la Torre daziaria medievale dell'Alvaretta un significativo esempio di struttura rurale turrita finalizzata al pagamento del dazio.

Il borgo inferiore era posto nelle vicinanze della consolare via Aemilia Scauri che nel l secolo A.C. collegava le attuali Vado ligure Tortona.

La prima citazione ufficiale risale al 991 in relazione alla Carta di fondazione dell’Abbazia di San Quintino di Spigno  e sembra che dopo quell’atto storico civile, gli abitanti di Strevi per ragioni di sicurezza si trasferirono nella rocca del borgo superiore dove costruirono un castello a difesa del territorio.

La costruzione del castello risale al XIII secolo, nel secolo successivo il feudo passò nelle mani dei Marchesi del Monferrato e durante i secoli successivi Strevi fu possedimento delle famiglie della Rocchetta, Valperga, dei Serra di Genova e dei Savoia.

Nel XVIII secolo durante l’impero napoleonico, gli abitanti di Strevi insorsero contro i francesi, conquistando per un brevissimo periodo la città di Acqui e tenendo in ostaggio il vescovo della diocesi.

La parte della cinta muraria risale al XV secolo periodo nel quale gli abitanti ed il governo del castellano vivevano all’interno delle medesime mura .

Tra i monumenti storici da segnalare vi è anzitutto il Castello rimaneggiato nei secoli ed attuale sede comunale; dell’originale di epoca medievale rimangono solo le cantine e la base di una torre a pianta quadrata restaurata nel XVII secolo. All’interno di notevole pregio troviamo nella sala consiliare un immenso camino in pietra con lo stemma dei conti Valperga; da ammirare anche il ponte tardo medievale che attraversa un lato difensivo del maniero.

Sempre nel borgo superiore è sita la parrocchiale di San Michele Arcangelo del XVII/XVIII secolo sulle fondamenta di una struttura più antica del XV secolo, della quale rimangono la base del campanile ed un tabernacolo in sacrestia. La facciata è in stile rococò/neoclassico e l’interno conserva affreschi del XIX secolo di Pietro Ivaldi detto il Muto ed una bellissima copia del San Michele Arcangelo di Guido Reni. Il borgo inferiore è dedito ai commerci ed è sede di aziende vitivinicole.

Dal 2014 il Comune di Strevi ricade in buffer zone (cd. zona tampone) e fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (UNESCO) iscritta come "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”.

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