La Reggia della Venaria Reale e il suo attuale splendore

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La Reggia della Venaria Reale e il suo attuale splendore

La Reggia della Venaria Reale rappresenta una pagina importante della storia del regno piemontese in capo ai Savoia e costituisce nel suo evolversi una macchina ambiziosa di meravigliosi stili architettonici.

Nel 2007 la struttura reale è rinata a nuovo splendore dopo un lungo periodo di degrado caratterizzato da vandalismo ed abbandono per cui nel 1999 quando partì il Progetto ” La Venaria Reale” ci volle un lavoro certosino con tecniche all’avanguardia per ricostruire la storia architettonica della Reggia e per riportare alla luce affreschi, decorazioni e testimonianze artistiche secolari.


La storia della Venaria ha inizio nel 1658 sotto il Duca Carlo Emanuele II e l’architetto Amedeo di Castellamonte che crea un palazzo con parco, bosco di caccia ed un borgo adiacente . Dal punto di vista naturalistico il Castellamonte progetta dei giardini all’italiana che racchiudono sculture, fontane, scalinate spettacolari e terrazze a più livelli.

Dal 1699 Vittorio Amedeo II chiama l’architetto Michelangelo Garove che trasformò la reggia ducale in reggia reale, i giardini vengono ridisegnati alla francese con una visione prospettica all’infinito spaziale che richiama lo stile pomposo di regge delle corti europee in primis quella di Versailles.
Al Garove succedette il grande architetto Filippo Juvarra col quale si raggiunge il massimo della maestosità barocca con la creazione della Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la Citroneria e la Scuderia.

Nel 1739 Carlo Emanuele III chiama Benedetto Alfieri che progetta un sistema di gallerie di collegamento dei vari ambienti di servizio.

Dall’epoca napoleonica in poi la Reggia comincia il suo triste declino diventando una caserma militare ed i giardini piazza d’armi per le esercitazioni. Per fortuna si è intervenuti con tecniche e sperimentazioni all’avanguardia che hanno rivalutato un bene architettonico di grande splendore che rischiava di scomparire ed essere distrutto per sempre.

Il parco della Venaria Reale è un insieme di giardini con stili differenti che rappresentano un evolversi storico naturalistico, tra le varie bellezze i Parchi Alto e Basso, l’Asse centrale, la Peschiera e le varie sculture, fontane che creano una scenografia maestosa. Ottantasette ettari di verde con particolari piante botaniche, labirinti, pergolati e zone di relax circondate dalla bellezza delle Alpi.

I giardini, come tutta la reggia, sono tornati a vita nel 2007 dopo che per tre secoli hanno rappresentato il “senso del bello” ed il gusto artistico della natura; è stato un lavoro impegnativo per ricreare la struttura dei giardini sei-settecenteschi attraverso l’utilizzo di tecniche moderne come la fotografia aerea e uno studio minuzioso degli antichi disegni.

Il Parco basso ridisegna in maniera moderna il giardino del Castellamonte mentre il Parco Alto rivive i progetti settecenteschi del Garove e dello Juvarra con la presenza del giardino a fiori, delle rose e dei boschetti.

Tra le bellezze all’interno del parco basso possiamo ammirare le grotte seicentesche che valorizzano il giardino all’italiana così come la Peschiera con la vasca bordata da una cornice di pietra di Luserna che contiene ninfee. Di straordinaria bellezza è il potager Royal ovvero “l’orto per la cucina” uno spazio di 10 ettari con orti e frutteti in cui spiccano peschi, susini, albicocchi, ciliegi e noccioleti abbelliti da vasche e fontane.

Nel parco alto invece dominano grandi viali con alberi come ciliegi da fiore e tigli colonnari; il giardino delle rose con il chioschetto, un elegante palcoscenico tra i profumi che ospita spettacoli musicali e teatrali.

L’asse centrale è una lunghissima passeggiata che conduce ai resti del tempio di Diana dove si possono trovare resti archeologici di epoca seicentesca. In questa sezione di parco troviamo la Fontana del cervo un getto d’acqua con luci colorate scenografiche, il progetto antico era del Castellamonte che ideò dodici cani in marmo che si avventavano su un cervo in bronzo.

Da citare ancora il giardino a fiori in stile barocco che alterna siepi di tasso e bosso con bordi di fiori di vario colore a seconda della stagione.

Infine da non dimenticare, anche se il complesso non esiste più, la fontana dell’Ercole seicentesca riportata alla luce con scavi archeologici, rappresentava una struttura imponente con una vasca con al centro una statua con zampilli d’acqua e grotte decorate a mosaico con madreperle, conchiglie, coralli e cristalli. I giardini rivivono del loro splendore con spettacoli giochi e feste in maniera moderna ritorna il sapore del motivo per il quale la reggia era stata progettata ovvero per passatempo dei Re.


 

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