L’eleganza barocca di Palazzo Mazzetti ad Asti

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Ad Asti un elegante palazzo barocco si affaccia sul centralissimo Corso Alfieri si tratta di Palazzo Mazzetti sede della Pinacoteca civica dal 1940 e dal 2001 di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.


Le fonti storiche attestano che l’edificio è stato costruito sulle fondamenta di una massiccia casaforte della famiglia Turco, blasonata famiglia del patriziato astigiano che, durante il periodo delle casane medievali, ebbe notevole prestigio economico sia con i commerci che con prestiti di denaro.

In un documento datato 1442 si legge che la famiglia Mazzetti di Frinco acquistava beni e fondi dalla famiglia Turco, non si fa menzione dello specifico palazzo ma alcuni storici tra i quali il Gabiani fanno risalire a questo periodo il passaggio di proprietà.

La famiglia Mazzetti originaria di Bologna si trasferì dapprima a  Chieri e poi nell’astigiano intorno al XV secolo, era una famiglia di mercanti e prestatori di denaro e fino al 1614 ebbero il privilegio di battere moneta a Frinco (comune astigiano).

Tra il 1730 ed il 1751 il palazzo venne trasformato in dimora signorile dall’architetto Benedetto Alfieri, attraverso un elegante atrio si accedeva allo scalone di accesso al piano nobile caratterizzato dal salone d’onore che ospita tutt’oggi la tela di Giacomo Grosso chiamata “la femme” che ammanta con il suo fascino la curiosità del visitatore.

Altri meravigliosi ambienti decorati con stucchi barocchi si susseguono (l’anticamera dell’Alcova e l’Alcova) a sale impreziosite da affreschi e decorazioni dorate settecentesche come la Galleria Mazzetti affrescata con soggetti mitologici a glorificare l’importanza della famiglia e la sala dello Zodiaco con la volta decorata da soggetti allegorici e dalle stagioni del maestro lombardo Salvatore Bianchi (1653 – 1727).

L’aspetto attuale del palazzo è il frutto della fusione di diverse abitazioni medievali (XVIII secolo) voluta da Giovanni Battista Mazzetti, successivamente si sono alternate varie fasi storiche di abbellimento delle strutture comprendenti la realizzazione della parte verso il cortile, delle decorazioni delle sale dell’alcova e dello zodiaco e della galleria.

Si deve, invece, all’architetto Benedetto Alfieri la trasformazione degli ambienti di rappresentanza tra i quali lo scalone, il salone d’onore e le sale impreziosite da stucchi realizzati da maestri luganesi.

Il palazzo ha ospitato Giacomo Stuart nel 1717, il re di Sardegna Carlo Emanuele III nel 1727 e Napoleone Bonaparte nel 1805.

Nel 1829 con la morte di Paolo Mazzetti si estingue il ramo della famiglia Mazzetti di Frinco, come si legge da un documento storico testamentario.

Cosa custodisce oggi Palazzo Mazzetti?

All’interno del palazzo sono custodite importanti opere d’arte del maestro di San Martino Alfieri del XV/XVI secolo, di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, una sezione di pittori genovesi del XVII secolo tra cui due tele di Valerio Castello, particolari opere di micro scultura in legno ed avorio del maestro Giuseppe Maria Bonzanigo ed una ricca ed importante collezione di artisti piemontesi ed italiani di 800-900 tra i quali Guttuso, Cagli, Grosso e Delleani.

Preziosa la collezione di antiche monete di Mario Rasero, numismatico e politico astigiano vissuto tra il XIX ed il XX secolo.

Nell’ambito delle collezioni museali tra il 1910 ed il 1911 venne aggiunta una sezione risorgimentale che si accompagnava alle svariate tele del mecenate Leonetto Ottolenghi tra cui il maestoso quadro di Lorenzo Delleani (1840 – 1908) “pellegrinaggio ad Oropa”.

Guarda la scheda di Palazzo Mazzetti (su beniculturali online)


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