Intonaci storici: la valenza delle finiture artigianali e delle coloriture a calce
Intonaci storici: la valenza delle finiture artigianali e delle coloriture a calce
Molte volte, nel mio lavoro, mi è capitato di dover spiegare ai clienti le caratteristiche tecniche degli intonaci storici che ritroviamo in molti edifici antichi e di pregio.
Spesso, mi sono sentita dire: “questa finitura non è precisa, non è liscia, è troppo irregolare e non mi piace”. E capisco perfettamente queste reazioni, perché oggi siamo abituati a finiture moderne, lisce, uniformi e di alta precisione, che danno un aspetto molto diverso rispetto alle superfici storiche.
Tuttavia, ogni volta che ricevo queste osservazioni, mi sforzo di far capire che si tratta di finiture realizzate con tecniche e materiali tradizionali, pensate principalmente per la conservazione e la tutela del patrimonio storico. Questi intonaci, infatti, sono stati applicati su murature antiche, spesso con tecniche artigianali, e il loro scopo principale non era la perfezione estetica o la finitura di precisione come quella degli edifici moderni, ma la durabilità, la compatibilità con i materiali originali e la capacità di assorbire e rilasciare umidità, contribuendo così alla conservazione dell’edificio nel tempo.
Le superfici irregolari, le finiture non lisce e le imperfezioni sono caratteristiche tipiche di queste tecniche tradizionali, che riflettono l’artigianalità e le modalità di lavorazione dell’epoca. Questi dettagli, spesso considerati difetti in un’ottica moderna, sono invece testimonianze della storia e della cultura costruttiva del passato. Rispettare queste caratteristiche significa preservare l’autenticità e il valore storico dell’edificio, evitando interventi invasivi o troppo “modernizzanti” che potrebbero compromettere l’integrità originale sia sul piano estetico che, e soprattutto, su quello conservativo.
Un’altra osservazione ricorrente da parte dei clienti riguarda le coloriture a calce ritenute “poco vibranti, irregolari e spesso dilavate”. La calce è un materiale dal carattere molto naturale, affascinante ed autentico ma che non sempre risulta perfettamente uniforme. La sua capacità di assorbire acqua e cambiare tonalità in base alle condizioni atmosferiche è parte del suo fascino, ma può anche rappresentare una sfida in termini di durabilità, poiché tende a dilavarsi nel tempo, perdendo consistenza cromatica.
Negli edifici storici, la calce è sempre stata il materiale di scelta per le coloriture e le finiture, perché rispetta e conserva l’autenticità e la tradizione dei manufatti antichi. La calce permette di mantenere la traspirabilità delle superfici e di preservare le caratteristiche originali dell’edificio nel tempo. Per questo tipo di edifici si sconsiglia l’uso di coloriture moderne, dalle tonalità vivaci o fluorescenti, che non appartengono alla nostra tradizione e che tendono a virare rapidamente, con risultati spesso disastrosi e poco rispettosi dell’integrità storica degli edifici.
Il mio suggerimento, nel caso di recuperi e/o interventi di ristrutturazione di edifici storici di pregio o semplici manufatti rurali, è sempre quello di affidarsi a specialisti del settore (architetti specialisti in beni architettonici e del paesaggio, imprese di restauro, restauratori di beni culturali) in grado di valorizzare con saggezza e conoscenza le finiture originali utilizzando materiali e coloriture appropriate.






