Nella provincia di Savona l’antica tradizione delle coperture con tegole in cotto o pisanin

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Percorrendo il nostro territorio lungo le aree rurali sul confine con la provincia di Savona mi è capitato di imbattermi in cascine che conservavano ancora come elemento di copertura antiche tegole (tavelle o pianelle) in cotto di dimensioni diverse ma simili nella forma (solitamente rettangolare) con soluzioni differenti per il collegamento tra i singoli elementi. E' soprattutto nelle fabbriche storiche che questi elementi di copertura sono rimasti in uso per secoli a dimostrazione della resistenza degli elementi in terracotta (anche chiamati pisanin) e dell'efficacia di queste tipologie di copertura. 

La storia dell'architettura antica conserva esempi importanti di sistemi di copertura con tavelle in cotto non a caso il termine "tegola" deriva proprio dal latino "tegula" e serve ad identificare un elemento di copertura piano con i lati longitudinali leggermente sopraelevati anche detti "ali".

Sul territorio alessandrino – che meglio conosco – mi è capitato con una certa frequenza di recuperare coperture dove le pianelle erano usate nei solai o nel sottotetto: ne ho trovati esempi importanti ad Alice Bel Colle all'interno di una Casa Castellana e a Frugarolo all'interno di una torre medievale ma anche in edifici esemplificativi del costruito minore, in tutti questi casi però le pianelle erano impiegate all'interno e coperte all'esterno da coppi o tegole.

Soltanto nel Comune di Sassello mi è capitato di imbattermi in cascine dove le tegole in cotto erano state impiegate come veri e propri elementi di copertura agganciate tra loro grazie a "chiodi" fatti passare in appositi fori ricavati nella tavella in argilla prima di essere cotta. Nell'immagine allegata ecco un esempio di tegola antica usata nella copertura del tetto con foro di aggancio praticato in basso a destra.

  Antica pianella in cotto utilizzata come elemento di copertura con piccolo foro sulla destra per l'ancoraggio

Questa particolare tecnica costruttiva ricorda quella dei tetti in scandole di legno ancora visibile nell'area dell'alta Val Bormida, dell'alta Valle dell'Orba, nel Comune di Sassello e nell'area delle Capanne di Marcarolo. Uno degli esempi più illustri di cascina recuperata nell'immagine originaria con il tetto in scandole è la Cascina Moglioni a Bosio, diventata Ecomuseo all'interno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.

Il complesso è formato dall'abitazione principale (corpo centrale) composta da tre camere da letto e una cucina (unica stanza riscaldata da una stufa a legna) e sui lati (aderenti al corpo principale) dagli edifici di servizio (magazzini, stalla, deposito attrezzi e pollaio) questa porzione di complesso è caratterizzata da una bellissima copertura in scandole di legno di castagno. Di fronte all'abitazione si trova, invece, il fienile con tetto in tegole rettangolari piatte e di terracotta chiamate pisanin.

 Ecomuseo di Cascina Moglioni, Bosio (Al). Corpo principale con copertura in scandole di legno di castagno

 Ecomuseo di Cascina Moglioni, Bosio (Al). Fienile (retro) con copertura in tegole rettangolari di terracotta (pisanin)

L’Ecomuseo di Cascina Moglioni è stato istituito ai sensi della L.R. n. 31/1995 e s.m.i., con D.C.R. n. 346 del 10/12/1996 ed è gestito dall’Ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese. L'Ecomuseo offre l’opportunità ai turisti di conoscere le peculiarità degli insediamenti rurali locali attraverso una visita che consente di apprezzare gli elementi costruttivi tradizionali dai muri a secco con pietre e terra ai  tetti in scandole o in pisanin.

Per la tutela e la valorizzazione della cultura materiale del nostro territorio VI CHIEDIAMO di segnalarci esempi superstiti di cascine che ancora conservano tipologie costruttive originali, pur se degradate, al fine di riuscire quantomeno a catalogarle a livello fotografico. Grazie.

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