Le domande più frequenti sui beni culturali: tutto quello che devi sapere

Print Friendly, PDF & Email

Le domande più frequenti sui beni culturali: tutto quello che devi sapere

Quando si viene a contatto con un bene culturale le persone tendono a prestare maggiore attenzione perché sanno che devono rispettare le norme e le regole stabilite dagli enti di alta vigilanza preposti al controllo, come le Soprintendenze. Questi enti sono responsabili della tutela e della conservazione dei beni culturali e hanno il compito di garantire che questi beni siano protetti e preservati per le generazioni future.

Abbiamo già dedicato un articolo alle 10 domande più frequenti sui beni culturali, un articolo di successo che ha superato le 10mila visite, adesso ne riportiamo di nuove con la speranza che possano nuovamente risultare utili.


Devo effettuare dei lavori su un immobile vincolato quali procedure devo seguire?

Prima di iniziare i lavori su un immobile vincolato, è importante capire il tipo di vincolo che esiste sulla proprietà. Questo può essere un vincolo esteso all’intero edificio o limitato a una parte specifica, come la facciata. Queste informazioni possono essere trovate sul vincolo stesso o sull’atto di provenienza (che è il documento che attesta la provenienza del bene e con il quale gli attuali intestatari hanno acquisito un diritto reale sull’immobile – a titolo di esempio: successione, compravendita, divisione, donazione, etc).

Per i beni appartenenti allo Stato, alla Regione, ad enti ed istituti pubblici e a persone giuridiche private senza scopo di lucro, l’autorizzazione è sempre necessaria. Per i beni appartenenti a privati, l’autorizzazione è necessaria solo se è stata emessa una dichiarazione di interesse culturale.

Per ottenere il nulla osta ai lavori, è necessario inviare un progetto firmato da un architetto o da un restauratore di beni culturali (se si tratta di un bene di interesse storico artistico). Il progetto verrà valutato per la sua correttezza metodologica e i suoi contenuti scientifici.

Posso segnalare un bene abbandonato o molto degradato alla Soprintendenza? Se si, come?

La DG archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura porta avanti un progetto per mappare e monitorare i beni culturali in stato di abbandono presenti sul territorio nazionale, con l’obiettivo di restaurarli e valorizzarli al fine di renderli fruibili attraverso la riapertura al pubblico, restituendoli nuovamente alla collettività.

Esiste e può essere consultata la mappatura dei beni culturali abbandonati presenti sul territorio nazionale: clicca sul link

Anche tu, come libero cittadino, puoi segnalare un bene culturale abbandonato: per farlo utilizza questo modulo ed invialo alla Soprintendenza di competenza del bene.

Come faccio a sapere se un bene culturale è vincolato?

Per sapere se un bene culturale è vincolato, è necessario inviare un’istanza di accertamento di sussistenza di un provvedimento dichiarativo dell’interesse culturale e/o di un provvedimento prescrittivo di tutela indiretta a carico di un immobile o di un’area immobiliare.

I tempi di risposta possono essere lunghi e talvolta la risposta potrebbe non essere chiara ed esaustiva. Pertanto, si consiglia di farsi assistere da un tecnico specialista in materia, inoltrare la domanda via pec e successivamente prendere contatto con l’ufficio vincoli per parlare direttamente con il funzionario preposto, fornendo il maggior numero possibile di informazioni e documenti a supporto della richiesta.

Posso usufruire di agevolazioni fiscali legate ai beni culturali?

Premesso che tutti i possessori o detentori di un bene culturale hanno l’obbligo di garantirne la conservazione, va detto che i titolari dei beni sottoposti a tutela ai sensi del D.Lgs. 42/2004, per assolvere ai doveri di conservazione imposti dal Codice, devono collaborare con gli Uffici preposti attivando tutte le operazioni necessarie a garantirne la salvaguardia e la valorizzazione, rimanendo soggetti a determinati doveri autorizzatori; allo stesso tempo, però, possono usufruire di alcune forme di agevolazione fiscale gravanti sulla rendita, sulle imposte relative alle successioni e donazioni e sulle spese necessarie per la manutenzione e il restauro.

Come si richiedono i contributi statali per il restauro dei beni culturali? Clicca qui e leggi l’articolo


Hai bisogno di aiuto?  CHIAMA ORA 339 86 34 672


Che procedura devo seguire per installare totem pubblicitari o affiggere manifesti e/o cartelli pubblicitari in prossimità di beni culturali?

La procedura da seguire è regolamentata dall’art. 49 commi 1 e 2 del Codice dei Beni Culturali, D. Lgs. 42/2004.

Il comma 1 chiarisce che è vietato collocare o affiggere cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelati come beni culturali. Il collocamento o l’affissione possono essere autorizzati dal soprintendente qualora non danneggino l’aspetto, il decoro o la pubblica fruizione di detti immobili. L’autorizzazione è trasmessa, a cura degli interessati, agli altri enti competenti all’eventuale emanazione degli ulteriori atti abilitativi.

Il comma 2 specifica che lungo le strade site nell’ambito o in prossimità dei beni indicati al comma 1, è vietato collocare cartelli o altri mezzi di pubblicità, salvo autorizzazione rilasciata ai sensi della normativa in materia di circolazione stradale e di pubblicità sulle strade e sui veicoli, previo parere favorevole della soprintendenza sulla compatibilità della collocazione o della tipologia del mezzo di pubblicità con l’aspetto, il decoro e la pubblica fruizione dei beni tutelati.

In relazione ai beni indicati al comma 1 il soprintendente, valutatane la compatibilità con il loro carattere artistico o storico, rilascia o nega il nulla osta o l’assenso per l’utilizzo a fini pubblicitari delle coperture dei ponteggi predisposti per l’esecuzione degli interventi di conservazione, per un periodo non superiore alla durata dei lavori. A tal fine alla richiesta di nulla osta o di assenso deve essere allegato il contratto di appalto dei lavori medesimi.

Se durante i lavori di restauro dovessero emergere degli affreschi cosa devo fare?

Questa domanda mi è stata fatta da un signore che durante i lavori di recupero della sua storica dimora si era imbattuto in un dipinto murale all’apparenza molto antico.

La prima cosa da fare in casi come questo, soprattutto se il bene è vincolato, è fermare i lavori e documentare quanto è emerso. Si dovrà poi provvedere ad informare il funzionario della Soprintendenza competente di quanto emerso e sicuramente verrà richiesto l’intervento di un restauratore di beni culturali, unica figura preposta ad intervenire in casi come questo.

In genere, però, queste scoperte sono anticipate da attività diagnostiche obbligatorie richieste dalla Soprintendenza già in fase di rilascio del nulla osta ai lavori, l’avvio di una campagna stratigrafica sugli intonaci esistenti (specie qualora ammalorati e a rischio rimozione) è infatti una delle prime indagini richieste. Non sono però esclusi i casi di ritrovamenti davvero inaspettati e non documentati neppure dalle fonti storiche dell’edificio.

Ciò che è importante, in ogni caso, è non incorrere nella violazione dell’art.50 del Codice dei beni culturali che recita:

1. È vietato, senza l’autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di affreschi, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli ed altri elementi decorativi di edifici, esposti o non alla pubblica vista.

2. È vietato, senza l’autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli nonché la rimozione di cippi e monumenti, costituenti vestigia della Prima guerra mondiale ai sensi della normativa in materia.


Hai qualche domanda da farci? SCRIVI ORA, saremo lieti di darti una risposta!


 

2 pensieri riguardo “Le domande più frequenti sui beni culturali: tutto quello che devi sapere

  • 8 Gennaio 2024 in 3:20 PM
    Permalink

    VORREI SAPERE SE CI SONO POSSIBILITA’ NEL PNRR PER RESTAURARE UN ORGANO DI VECCHIA REALIZZAZIONE ALL’INTERNO DI UNA CHIESA. SE SI COME PROCEDERE?
    CHIESA DI S. LAZZARO IN LOC. FRATI, COMUNE DI CAMAIORE, PROVINCIA DI LUCCA, REGIONE TOSCANA.
    ORGANO REALIZZATO NEL 1896, UNICO DEL SUO GENERE. GRAZIE
    Per il Parroco: antonio barsotti

    Rispondi
    • 8 Gennaio 2024 in 3:25 PM
      Permalink

      Buongiorno Don Barsotti,
      non scomoderei il PNRR per il restauro di un organo che invece può facilmente beneficiare dei fondi CEI 8 per mille. Le suggerisco di leggere il Regolamento e verificare l’iter da attivare per ricevere i fondi.
      Buona giornata
      Antonella CALDINI

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *