Le 10 domande più frequenti sui beni culturali
Da diversi mesi ricevo periodiche telefonate soprattutto da soggetti privati che mi chiedono informazioni sui beni culturali in qualità di possessori, detentori o promissari acquirenti. Sperando di fare cosa utile per tutti coloro che seguono il nostro portale ho riassunto di seguito le 10 domande più frequenti che mi sono state poste.
1) Cosa bisogna fare per poter effettuare lavori su un bene culturale sottoposto a vincolo?
Per poter effettuare lavori su un bene sottoposto a vincolo occorre affidarsi a tecnico professionista abilitato (architetto o architetto e ingegnere in presenza di lavori di natura statica) al quale richiedere un sopralluogo e successivamente la stesura di un adeguato progetto di restauro presentando apposita istanza in bollo (ex articolo 21, comma 4, d.lgs. n.42 del 2004) con allegata tutta una serie di documentazione che può variare a seconda del tipo di intervento. In genere la risposta all’istanza arriva nell’arco di 90-120 giorni (molto spesso anche prima) con rilascio da parte dell’ente di tutela del cosiddetto nulla osta ai lavori o più semplicemente autorizzazione ai lavori, Il nulla osta può contenere prescrizioni e/o richieste di integrazioni al progetto di restauro. Senza il rilascio del regolare nulla osta non è possibile eseguire lavori sui beni culturali.
2) In caso di “lavori urgenti” posso procedere senza avere il nulla osta ai lavori?
Nel caso di assoluta urgenza possono essere effettuati gli interventi provvisori indispensabili per evitare danni al bene tutelato, purché ne sia data immediata comunicazione alla Soprintendenza, alla quale sono tempestivamente inviati i progetti degli interventi definitivi per la necessaria autorizzazione. La comunicazione può essere inviata alla Soprintendenza via pec o via fax richiamando nell’oggetto l’art. 27 del D. Lgs. 42/2004 relativo alle “Situazioni di urgenza“.
3) Cosa succede se eseguo lavori su un bene culturale senza la regolare autorizzazione?
Le sanzioni sono poi di tipo penale con arresto da 6 mesi ad 1 anno e con l’ammenda da € 775,00 ad € 38.734,50 per chi:
- senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualsiasi genere su beni culturali (art. 169 “codice beni culturali”);
- destina i beni culturali ad uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico o pregiudizievole alla loro conservazione (art. 170 “codice beni culturali”);
- chiunque non osservi le prescrizioni poste con il cd. “vincolo indiretto” (art. 172 “codice beni culturali”).
E infine sono previste misure cautelari e preventive: Il soprintendente può ordinare la sospensione di interventi iniziati senza autorizzazione o condotti in difformità dall’autorizzazione (art. 28 “codice beni culturali”).
4) Cosa devo fare se intendo acquistare una casa sottoposta a vincolo?
Anzitutto accertarsi della presenza del vincolo che dovrebbe essere noto al venditore in quanto dovrebbe essere espressamente citato nell’atto di provenienza. Occorre, infatti, precisare che in caso di vendita di un bene vincolato il riferimento di legge è l’articolo 59 del Codice “Denuncia di trasferimento” che chiarisce come la denuncia di trasferimento deve essere inoltrata al Ministero entro 30 gg, presentandola al Soprintendente del luogo dove si trova il bene. Lo scopo della denuncia è quello di garantire l’esercizio della prelazione da parte del Ministero in caso di vendita a titolo oneroso al medesimo prezzo stabilito nell’atto di alienazione o al medesimo valore attribuito nell’atto di conferimento. La prelazione è esercitata entro un termine di 60 gg. dalla data di ricezione della denuncia di cui al citato articolo 59. In pendenza del termine prescritto l’atto di alienazione è condizionato sospensivamente ed è vietata la consegna della “cosa”. Nel caso in cui il Ministero decida di esercitare la prelazione su parte delle cose alienate, l’acquirente ha facoltà di recedere dal contratto.
5) Quali obblighi assume colui che acquista un bene vincolato?
Stante quanto già descritto in materia di obblighi in caso di trasferimento di proprietà ed attività edilizia, va precisato che in capo al possessore di un bene culturale stanno una serie di obblighi conservativi chiaramente esplicitati all’articolo 30 del Codice, nello specifico al comma 3 è chiarito che “I privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a garantirne la conservazione“.
6) Per il restauro del mio bene culturale posso affidarmi al mio geometra di fiducia?
No. E’ obbligatorio per legge ricorrere alla competenza specifica dell’architetto in caso di opere di pregio storico-artistico appositamente inserite in elenchi compilati dalle Soprintendenze per i Beni Ambientali ed Architettonici a tutela del vincolo; ciò in forza della specifica formazione universitaria dell’architetto e dunque per la specifica cultura, sensibilità ed esperienza maturata che possiede, permettendogli di comprendere la natura, il valore e la fragilità di tali particolari manufatti. In presenza di criticità di natura statica è possibile affiancare l’opera dell’architetto a quella dell’ingegnere.
7) Se il mio bene culturale ha degli affreschi a chi mi devo rivolgere?
Il restauro degli apparati decorativi pittorici e plastici è competenza del Restauratore di Beni Culturali oggi esiste finalmente un Elenco Unico all’interno del quale è possibile trovare i restauratori (e scoprire anche chi non lo è) e i loro settori di competenza.
Per avere maggiori informazioni circa questa figura professionale è possibile leggere l’articolo Finalmente pubblicato l’esito del bando per “Restauratore Beni Culturali” pubblicato dal nostro portale lo scorso ottobre 2018. La figura professionale che affianca il restauratore si chiama collaboratore restauratore oggi “Tecnico del restauro“.
8) Esistono “contributi” per i privati possessori o detentori dei beni culturali?
L’argomento è stato diffusamente trattato da questo portale e l’ultimo articolo che ne parla spiega “Come chiedere i contributi statali per il restauro dei beni culturali“.
Per un riepilogo generale:
- Tornano i contributi per gli interventi di restauro dei beni vincolati privati
- Contributi a fondo perduto per interventi conservativi sui beni culturali di proprietà privata: ultimi aggiornamenti
- Dal 2019 ripartono i contributi ai privati per restauri e interventi conservativi su beni culturali
9) Come faccio a sapere se il bene che intendo comprare è vincolato?
Se non riesco a sapere tramite il venditore o l’agente immobiliare se il bene che intendo acquistare è vincolato posso anzitutto chiedere al venditore una copia dell’atto di provenienza sul quale troverò senz’altro scritto se il bene è sottoposto a tutela ex L.1089/39 oppure T.U. 490/1999 oppure secondo il più recente Decreto Legislativo 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. In alternativa, se non riesco a reperire l’atto posso farne ricerca presso l’Archivio notarile. Posso anche recarmi in Comune o controllare sul sito del Comune se è disponibile il PRG e verificare su questo se il bene risulta tra quelli di interesse storico-artistico ed ambientale e, infine, posso controllare sul sito della competente Soprintendenza se il bene risulta tra quelli in elenco sottoposto a tutela.
10) Perchè può essere utile scegliere un architetto specialista in restauro dei monumenti e/o beni architettonici e del paesaggio?
- perché gli interventi su edifici storico culturali (immobili vincolati ex D. Lgs. 42/2004 s.m.i. – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) sono per legge di competenza esclusiva degli Architetti;
- perché un architetto specialista in restauro e/o beni architettonici e del paesaggio ha ricevuto una formazione post-universitaria specifica che lo rende la figura più indicata per guidarti nel processo di restauro e risanamento conservativo di un edificio;
- perché un architetto specialista in restauro e/o beni architettonici e del paesaggio, occupandosi prevalentemente se non esclusivamente di restauro, può vantare un bagaglio di esperienza sul campo non comune;
- perché un architetto specialista in restauro e/o beni architettonici e del paesaggio, lavorando quotidianamente con la Soprintendenza, ha acquisito dimistichezza con le procedure autorizzative e sa come trovare la giusta mediazione tra le esigenze del Committente e i vincoli di tutela, specie in caso di problemi con l’ottenimento del nulla osta o in caso di diniego dell’autorizzazione o in caso di autorizzazione con prescrizioni.
Se hai qualche nuova domanda scrivici una email: antonella.caldini@hotmail.com
Domando: se passano i 120 giorni e non si ha risposta dalla Soprintendenza; come agire?
Buongiorno signor Guarino,
devo dire che non mi è mai capitato.
I 120 GG sono termine ultimo ma considerato il numero esiguo di funzionari rispetto alle pratiche in esame provvederei a scrivere una PEC richiamando la data di inoltro della istanza e il tempo trascorso.
Vedrà che a seguito di PEC riceverà risposta e probabilmente anche riscontro.
Antonella CALDINI
COMPLIMENTI ! BELLISSIMA INIZIATIVA SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA
LUCIO PAVONE ARCHITETTO RESTAURATORE
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