In Valle Vermenagna nel cuneese la meraviglia della borgata Palanfrè

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All’interno del Parco Naturale delle Alpi Marittime nella Valle Vermenagna in provincia di Cuneo si snoda la meravigliosa borgata di Palanfrè con il suo fiabesco bosco a 1372 metri.
Un bosco, quello di Palanfrè, ricco di faggi secolari di oltre 300 anni posti a difesa della borgata formata da case di pietra: fino alla prima metà del secolo scorso questo aggregato rurale era abitato da un centinaio di persone che vivevano di agricoltura, allevamento e caccia ma oggi purtroppo è quasi del tutto abbandonato.

Nel 1979 la regione Piemonte ha istituito la Riserva Speciale Bosco e Laghi di Palanfrè all’interno del parco alpi marittime: si tratta di un territorio con vette oltre i due mila metri tra le quali i monti Frisson, il Colombo ed il Ciotto Mien con suggestivi laghi alpini di origine glaciale. La storia di Palanfrè è strettamente legata a quella di Vernante, sulla direttrice verso il colle di Tenda e risale all’epoca romana.

Vernante è stato teatro di scorrerie saracene, nel XIII secolo passò sotto il marchesato di Saluzzo e successivamente sotto la contea di Tenda fino al XVI secolo quando il duca Emanuele Filiberto di Savoia lo conquistò passando così allo stato sabaudo. Durante il secondo conflitto mondiale in alcune case di pietra del borgo si insediarono esponenti del comando della “banda giustizia e libertà” legati ai partigiani.

Palanfrè si snoda attorno alla sua piazzetta, le sue case sono ancora in pietra con tetti in lamiera ed alcuni in laterizio; anticamente i tetti erano invece in paglia di segale come si evince dalle tracce ancora presenti su alcune strutture. L’economia di questa vallata alpina era basata sulla pastorizia, sull’agricoltura soprattutto su colture di cereali e sulla manifattura; la segale oltre che per la produzione di pane era utilizzata come lettiera e per la costruzione dei tetti considerata la sua capacità isolante e resistente nel tempo.

Qui il faggio si trova al suo limite superiore altitudinale per questo motivo il suo sviluppo avviene in maniera disordinata inoltre il peso della neve li fa incurvare e produce distacchi di molti rami che lasciano delle profonde cicatrici sugli alberi; gli ultimi anni con lavori di disboscamento hanno creato un gioco di espansione degli alberi superstiti donando un’immagine fiabesca al bosco.

Per gli appassionati di arte e storia si segnala la presenza del bellissimo Castello dei Lascaris del XIII secolo fatto erigere dal conte di Tenda come baluardo sia di controllo del passaggio che come punto di riscossione delle imposte delle merci in transito, a memoria dell’antica struttura resta la torre esagonale e le mura difensive.
Tra i beni religiosi si segnala, invece, la Chiesa parrocchiale di Vernante dedicata a San Nicolao, edificio del XIII secolo che è stato soggetto a rimaneggiamenti nei secoli. Dell’antica struttura restano alcune colonne in pietra all’ingresso ed il campanile. Nel XVIII secolo sono stati fatti dei lavori di ampliamento con la costruzione della volta dell’altare, l’innalzamento del campanile in pietra e mattoni. E’ invece del  XIX secolo la cupola.

Dal punto di vista artigianale la zona è caratterizzata dalla produzione dei “vernantin” coltelli realizzati manualmente con la lama che viene lavorata e marchiata con il timbro dell’artigiano inoltre pregiata è la lavorazione del manico in osso di bue, di montone o in legno di bosso.

Sulle costruzioni di Vernante va segnala la presenza diffusa dei murales dedicati a Pinocchio, murales ai quali questo blog ha già dedicato un articolo “Dalle vallate di Cuneo due meravigliose rarità: i murale si Pinocchio a Vernante e i ciciu in località Villar di San Costanzo“.


[immagine di copertina estratta dal sito: cuneotrekking.com]

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