Ponzone: paese dell’Alto monferrato con vista sulla catena alpina e sul Monviso

Print Friendly, PDF & Email

Ponzone: paese dell'Alto monferrato con vista sulla catena alpina e sul Monviso

Ponzone con i suoi 6900 ettari rappresenta uno dei comuni più estesi del Piemonte, posto nell’alto Monferrato racchiude le propaggini piemontesi dell’Appennino ligure. Il paese è sede della federazione europea di mineralogia e paleontologia e grazie alla sua morfologia dalle sue alture è visibile la catena alpina con il picco del Monviso.

La storia di Ponzone coincide con quella del marchesato aleramico di cui fu sede, il suo castello fu distrutto nel XVII secolo dagli spagnoli durante il periodo delle guerre di successione. Ponzone conserva ancora l’antica struttura medievale del ricetto con i portici dell’antico feudo.

Il paese diede i natali al generale Alessandro Negri di Sanfront come si evince da una lapide nella quale si onora la sua figura di eroe durante la vittoriosa battaglia di Pastrengo del 1848 e la sua carica di senatore del Regno d’Italia. Nel XIX/XX secolo Ponzone mantenne l’identità di borgo rurale, purtroppo le difficoltà a raggiungere il territorio e le condizioni economiche precarie delle casse comunali costrinsero molti abitanti soprattutto giovani ad emigrare.

Le bellezze artistiche ed architettoniche da visitare a Ponzone

Il piccolo paesino di Ponzone è ricco di bellezze artistiche ed architettoniche, partiamo subito con la bellissima Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo iniziata nel 1577, ma consacrata soltanto nel 1627, fu progettata da Bartolomeo Scapitta. Dal punto di vista planimetrico si tratta di un edificio a tre navate con volta sorretta da otto pile in pietra locale a capitello tuscanico e un altar maggiore in stile barocco costruito con marmi neri bardigli intarsiati di bianchi e gialli. La navata laterale destra è scandita da piccole cappelle con altari in stucco.

Nell’ultima campata della navata sinistra sono stati rintracciati affreschi tardocinquecenteschi di bella fattura. Le pitture murali delle volte a crociera della navata destra sono scandite in quattro comparti geometrici decorati con putti svolazzanti tra le nuvole. Gli archi di imposta di ciascuna volta sono decorati con riquadri geometrici contenenti (in maniera alternata) rosoni di diversa fattura.

Nel 2000 le pitture murali parietali di contorno agli altari, prevalentemente caratterizzate da semplici modanature a campitura piatta sono state oggetto di restauro da parte della Gazzana Restauri Srl di Acqui Terme. Prima del restauro la decorazione originaria delle pareti, coeva ai dipinti della volta, era stata completamente ridipinta riprendendo formalmente la decorazione originaria ma modificandone le cromie. Inoltre, durante l’intervento di rappezzatura e ridipintura della zona basamentale, le decorazioni delle pareti avevano subito un ulteriore intervento di ridipintura, eseguito in maniera piuttosto grossolana e con prodotti inidonei. Il restauro ha restituito l'integrità grafica e cromatica originaria.

La Gazzana Restauri Srl si è occupata anche del restauro dei dipinti murali delle volte (1999/2000) che prima del restauro versavano in pessimo stato di conservazione e si presentavano molto ridipinte.

Di particolarmente interesse è anche l’Oratorio del Santo Suffragio, sede del Museo d’arte sacra che conserva al suo interno opere di immenso valore tra cui il gruppo in legno policromo del San Giovanni a Patmos scolpito dallo scultore genovese Anton Maria Maragliano.

Di pregio anche le decorazioni murali della volta centrale dell’Oratorio opera del pittore ponzonese Pietro Ivaldi, detto “il Muto”. I riquadri centrali della volta, realizzati ad affresco, sono incorniciati da costoloni dipinti in finto marmo e raffigurano: la “SS. Trinità”, “L’apparizione dell’angelo a Gesù nell’orto degli ulivi”, “La Madonna Immacolata”, “Il sacrificio di Isacco” e “Gli angeli musicanti”. Lateralmente nella volta vi sono lunette con mazzi di fiori in cornici a losanghe e putti entro tondi.

Prima del restauro delle pareti dell’Oratorio, eseguito dalla Gazzana Restauri Srl tra il 1997 e il 1998, queste si presentavano integralmente ridipinte fino a livello del cornicione con una tinta grigio chiara. Su richiesta della Committenza e della Soprintendenza preposta, dopo avere provveduto all’esecuzione di una accurata campagna stratigrafica, si è deciso di procedere al discialbo totale delle ridipinture al fine di recuperare anche sulle pareti l’apparato decorativo realizzato dal Muto. Sulla parete di fondo, nella zona absidale, in fase di campagna stratigrafica erano emersi lacerti di affresco antecedenti la data di costruzione dell’altare (1661) che gli è stato successivamente addossato. La datazione di tali affreschi è risultata piuttosto difficile – tenuto conto anche del fatto che le notizie storiche sulle origini della fabbrica sono risultate piuttosto scarse e limitate alla datazione del portale d’ingresso in arenaria, del 1632 – è stato però possibile stabilire che fossero antecedenti il 1661, anno di esecuzione degli apparati decorativi a stucco realizzati al di sopra degli affreschi (come è anche possibile leggere sull’altare, vicino al luogo di provenienza degli stuccatori). Le porzioni più significative di affresco sono emerse a sinistra della parete di fondo mentre a destra era visibile soltanto un piccolo lacerto di cornice. Gli affreschi superstiti lasciavano intuire la disposizione originaria degli impianti decorativi: sui due lati vi erano due quadri ad affresco contornati da una modanatura architettonica realizzata a trompe l’oeil mentre nella parte centrale, più in alto, vi era una grande quadro ad affresco raffigurante una Madonna con bambino e Santi. Lo sviluppo delle decorazioni parietali non seguiva il contorno prefissato delle modanature a stucco, realizzate successivamente e sovrapposte a questa decorazione più antica.

Considerata l’alta presenza di lacune, microlacune ed abrasioni sui dipinti murali, in accordo con la Committenza e gli Enti di vigilanza preposti, il Restauratore Domenico Gazzana che si è occupato anche di questo intervento (2002/2003) non ha eseguito alcun intervento di integrazione pittorica dei dipinti limitandosi alla sola conservazione del manufatto dipinto.

Meritevole di citazione infine il Santuario della Pieve, chiesa che risale all’anno Mille anche se restaurata nel XVII secolo, rappresenta una meta di pellegrinaggi ed è caratterizzata da viali nella collina disseminati da Cappelle della Via Crucis disposte in un particolare percorso.


Si ringrazia il Restauratore Domenico Gazzana, della Gazzana Restauri Srl, per le preziose informazioni fornite durante la stesura di questo articolo.


Ponzone è uno dei 58 comuni del G.A.L. Borba in provincia di Alessandria, scarica da questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba. Ponzone è anche sede del Gal Borba.

2 pensieri riguardo “Ponzone: paese dell’Alto monferrato con vista sulla catena alpina e sul Monviso

  • 23 Settembre 2023 in 8:50 PM
    Permalink

    Voglio ringraziare per l’accuratezza della descrizione architettonica. Abitando ed essendo cresciuto in questo bel borgo, mi ha fatto piacere leggerne in modo così appropriato e competente. Complimenti e grazie.

    Rispondi
    • 25 Settembre 2023 in 10:25 AM
      Permalink

      Molte grazie signor Massimiliano, siamo lieti che l’articolo sia stato di suo gradimento. Continua a seguirci e se non lo ha ancora fatto si iscriva alla newsletter per rimanere sempre aggiornato

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *