Chiese dismesse e ipotesi di riuso: coerenti o azzardate?

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Chiese dismesse e ipotesi di riuso: coerenti o azzardate?

A fine novembre 2018 si è svolto a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana un convegno internazionale sul tema della dismissione dei luoghi di culto e la gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici. Questo argomento richiama un nostro precente articolo dal titolo Quale destino per l’enorme patrimonio immobiliare ecclesiastico italiano?.

Non si può non prendere coscienza del fatto che negli ultimi anni il mutamento della pratica religiosa e la riduzione demografica ha reso eccessivo il numero delle chiese presenti sul territorio e di conseguenza ha evidenziato la necessità di adattare questi immobili a nuove esigenze. Più volte il Santo Padre ha posto l'accento sulla necessità di convertire i luoghi religiosi a nuove destinazioni comunque tese alla valorizzazione in ambito ecclesiale.

Il convegno ha portato all'approvazione di linee guida dal titolo "La dismissione e il riuso ecclesiale delle chiese" composte da cinque capitoli e con raccomandazioni finali e "buone pratiche" in materia di riuso e rufunzionalizzazione delle chiese dismesse.

Anche il Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha partecipato all'apertura del convegno e ha affrontato il tema dell'utilizzazione del bene ecclesiastico con finalità diverse da quelle religiose nel rispetto della dignità dei luoghi: il riuso per scopi diversi da quelli originari non deve però alterare lo spirito e la bellezza del bene. 

Occorrerà, quindi, parlare di "trasformazioni equilibrate" (cit. Don Stefano Russo, Segretario generale CEI) e adottare le linee guida sopra richiamate per intervenire nella maniera più consona, certamente la destinazione d'uso da privilegiare dovrebbe essere quella culturale, molti sono gli esempi di edifici religiosi convertiti in auditorium o biblioteche mentre meno convincenti paiono le trasformazioni di questi luoghi in location per matrimoni o ristoranti.


Una ventina di anni fa a Londra una chiesa sconsacrata è stata trasformata in un originalissimo centro sportivo con tanto di piscina lunga 24 metri proprio sotto la navata principale. Si tratta del centro sportivo della catena Virgin Active a Redbridge, nella periferia Nord di Londra e la chiesa in questione risale al 1893 apparteneva all’Ospedale Claybury e un tempo era destinata ai malati psichiatrici. Il tetto di legno con le travi a vista, i colonnati delle navate e le finestre con i vetri decorati ricordano a tutti, però, che quella non è la solita piscina, ma un ex luogo di culto religioso, passato ora a culto del corpo (la chiesa di Londra è quella della copertina dell'articolo).

Da chiesa ad arcobaleno di specchi. Nel North Lincolnshire nel Regno Unito, la Chiesa di San Giovanni Evangelista è stata trasformata in uno spazio particolare e ricco di suggestioni dall'artista Liz West  che ha coperto il pavimento con un tappeto di ben 700 specchi colorati che con i loro riflessi hanno creato un gioco di luci spettacolare.

La Chiesa abbandonata ad Youssoufia, in Marocco grazie all’artista Okuda San Miguel si è trasformata all’estero in opera d’arte. Ma non serve andare così lontano perchè esempi di Art Mapping li troviamo anche qui da noi in Piemonte con la rivisitazione cromatica di artisti esterofili che si impegnano a "ridare colore" a piccole cappelle rurali sparse sul nostro territorio. Il caso più celebre è probabilmente la Cappella del Barolo tra i vigneti del Piemonte.

Nella zona delle Langhe cuneesi nel territorio del Comune de La Morra, si nasconde una incredibile chiesetta colorata unica nel suo genere in Italia. Costruita nel 1914 come riparo per i lavoratori dei vigneti circostanti in caso di temporali o grandinate, la Cappella di SS. Madonna delle Grazie, meglio conosciuta oggi come Cappella del Barolo, è stata acquistata dalla famiglia Ceretto nel 1970 insieme ai 6 ettari del prestigioso vigneto di Brunate.

La chiesa, mai consacrata, oggi si trova ancora in questo vigneto di La Morra ed è sempre proprietà della famiglia Ceretto. Diroccata, abbandonata per anni e ridotta a rudere, la chiesa è stata ristrutturata dalla famiglia Ceretto alla fine degli anni ’90 ed è oggi diventata uno degli edifici più conosciuti e ammirati della zona. La ristrutturazione è stata affidata agli artisti Sol LeWitt e David Tremlett che hanno saputo trasformare un edificio in rovina in una testimonianza di arte contemporanea

Si tratta naturalmente di esempi differenti che hanno promosso soluzioni di riuso fra loro diverse, a parere di chi scrive l'identità architettonica, materica e cromatica andrebbe quanto più possibile salvaguardata e pertanto certe scelte di riuso sono difficili da comprendere, ma superando il giudizio personale resta il fatto che questi argomenti apriranno le strade a nuovi convegni e a nuovi dibattiti sul tema.


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